Esteri

Putin propone il suo piano di pace, Zelensky e la Nato lo bocciano

di Ernesto Ferrante -


Vladimir Putin è pronto a mettere fine alle ostilità e negoziare per firmare la pace se Kiev dovesse procedere al ritiro delle sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate dai russi e rinunciare ad entrare nella Nato. Lo scenario, che segna un ritorno al passato, è stato subito rifiutato dall’Ucraina e dai suoi alleati occidentali, Nato e Stati Uniti in testa. “Oggi facciamo una proposta reale di pace, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale. Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa”. Queste le parole del capo del Cremlino. “Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno, ha avvertito Putin, si assumeranno la “responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue”.
Il leader russo ha infatti chiesto che gli ucraini portino via i propri soldati dai territori del Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. La sua idea è quella di un’Ucraina con “uno status neutrale, non allineato” e senza armi nucleari. Posta come condizione anche la sua “smilitarizzazione e denazificazione”.
Mosca ha messo paletti pure sulla formula delineata: “Queste disposizioni basilari e fondamentali dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali fondamentali” e che “naturalmente ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”.
Vladimir Putin ha criticato la conferenza di pace sull’Ucraina, definendola “un altro trucco che mira a distogliere l’attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina” e “per dare ancora una volta un’apparenza di legittimità alle attuali autorità ucraine”. “Evidentemente – ha continuato ancora rincarando la dose – l’Occidente non ha abbandonato l’idea di formare una sorta di coalizione internazionale antirussa e di dare l’impressione di esercitare pressioni sulla Russia”.
A marzo del 2022, all’inizio dell’operazione militare speciale, lo “zar”, parlando con “un politico occidentale”, aveva dichiarato che “Kiev avrebbe dovuto garantire la cosiddetta servitù, il diritto legale d’accesso della Russia alla penisola di Crimea attraverso le regioni di Kherson e Zaporizhzhia”.
Immediata la bocciatura statunitense. “Putin ha occupato illegalmente il territorio ucraino sovrano e non è in alcuna posizione di dettare all’Ucraina cosa deve fare per portare la pace”, ha ribattuto il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin, al termine della ministeriale Nato.
Le condizioni poste dal presidente Putin per la fine del conflitto in Ucraina “non sono un ultimatum” ma un’iniziativa di pace che riflette l’attuale situazione, ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo il quale le autorità ucraine dovrebbero tenere presente che le circostanze potrebbero cambiare.
Quella russa “non è una proposta di pace, è una proposta di maggiore aggressione e maggiore occupazione e dimostra in un certo senso che l’obiettivo della Russia è controllare l’Ucraina”, ha messo in guardia il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
“Non spetta all’Ucraina, ha osservato ancora Stoltenberg, ritirare le forze dal territorio ucraino, spetta alla Russia ritirare le proprie forze dal territorio ucraino occupato”.
Prevedibile la risposta negativa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Ma no, sono bugie, bugie storiche. Dopo c’è stata la Polonia, poi l’occupazione di tutta l’Europs. Ecco perché non dobbiamo fidarci di questi messaggi perché Putin fa lo stesso percorso. Oggi parla di 4 regioni, prima parlava di Crimea e Donbass”.
Al veleno la sua conclusione: “A lui non importa nulla di quello che accade alle persone, è questa la faccia nuova del nazismo. È la stessa cosa che faceva Hitler, quando diceva datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui”.
Controreplica della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: i partecipanti alla conferenza sull’Ucraina in Svizzera devono discutere le proposte di pace del presidente russo se vogliono “salvare il mondo”.


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