Economia

Puzzle superbonus

di Giovanni Vasso -

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Due incontri per un grande caos. È stato un pomeriggio da leoni, a Palazzo Chigi. Al tavolo, insieme al “padrone di casa” Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del consiglio, l’esecutivo era rappresentato dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, dal titolare del dicastero alle imprese e made in Italy Adolfo Urso, dal ministro all’ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Si sono alternati prima i rappresentanti di Cassa depositi e prestiti, Sace e dell’Associazione delle Banche italiane. Poi, dopo di loro, è stata la volta di Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane, Cna e Confartigianato. Intanto i sindacati di categoria hanno incontrato il gruppo Pd alla Camera, a cui hanno presentato le loro richieste e il punto di vista dei lavoratori sull’intera vicenda.

IL GIORNO PIU’ LUNGO

Il giorno più lungo del Superbonus, in realtà, è cominciato già nel fine settimana. Ma ieri mattina il dibattito è davvero entrato nel vivo. È stato quando le voci sembravano essere tutte concordanti: un’idea per uscire dall’impasse poteva riguardare la cartolarizzazione dei crediti e, contestualmente, il coinvolgimento, nella vicenda, di banche, Cdp e Sace o, più genericamente, di “partecipate” dello Stato. Lasciata ogni speranza di retromarcia da parte del governo, che ha mandato in avanscoperta “fonti qualificate” che hanno fatto sapere a chiare lettere che non sarebbe stata modificata una virgola dell’impianto del nuovo decreto Superbonus, ci si è concentrati sulle proposte alternative.
In mattinata, il viceministro alle infrastrutture Claudio Rixi, da Genova, aveva parlato dell’ipotesi di un coinvolgimento diretto di Cassa Depositi e Prestiti: “È una delle ipotesi ma non sta a me dirlo. Io come Mit ne subisco in qualche modo i risultati perché è evidente che ho bisogno di imprese sane che possano investire e dall’altra parte di una capacità delle Stato poi di pagare le fatture. Se lo Stato non ha liquidità non riesce neanche a pagare le imprese”. Nel fine settimana, inoltre, era arrivata una mezza apertura dal ministro Pichetto Fratin. Che, riconoscendo il problema nei 15 miliardi di crediti incagliati, aveva ammesso che la situazione avrebbe potuto innescare una reazione a catena di fallimenti e, pertanto, il governo avrebbe dovuto “fare qualche valutazione”.
“La cartolarizzazione è una possibilità che stiamo studiando con il Mef, con gli esperti del settore. È una strada che stiamo intraprendendo”. Così il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, ha commentato la giornata: “Il tema è complesso e Forza Italia sta lavorando per evitare che il conto dello spendi e spandi che qualcuno in passato non ha saputo governare ricada su famiglie e imprese”. Forza Italia tiene il punto: “Non è tollerabile che imprese oneste, che hanno fatto ciò che la legge consentiva, ora corrano il rischio di pagare le truffe di qualcuno e l’incapacità di qualche legislatore che non ha saputo pianificare”. Proprio gli azzurri hanno chiesto un tavolo di confronto in maggioranza. E hanno rivolto al governo l’appello a non porre la fiducia, a consentire un dibattito che porti migliorie al decreto.

LA MATASSA

Ma la matassa è davvero ingarbugliata. Fabi ha fatto sapere che occorrono 25 miliardi di liquidità per salvare le imprese che rischiano di restare stritolate dal Superbonus rivelatosi MegaCaos. La presidente Ance, Federica Brancaccio, prima di entrare a Palazzo Chigi ha tuonato: “Servono risposte rapidissime, non c’è più tempo”. Sul tavolo, l’associazione nazionale dei costruttori ha posto i temi dello sblocco dei crediti pregressi e la necessità di “una proposta sostenibile e stabile per il futuro”. Proprio da Brancaccio, intervistata dal Messaggero, era arrivata l’idea di far scontare i crediti alle partecipate dello Stato. Per i sindacati FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che sono stati ospiti, alla Camera, del Pd e che hanno deplorato la scelta del governo di non convocarli al tavolo, ok alla “richiesta di dare immediata risposta ai 15 mld di euro incagliati autorizzando il pagamento degli F24 da parte delle banche acquirenti e la proposta di un ruolo attivo per Cdp e Sace ma l’altra soluzione potrebbe essere la cartolarizzazione”. Ma occorre fare di più. Per trovare l’incastro giusto e far sì che tutti i pezzi vadano al posto loro.

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