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Qatargate, Cozzolino si ribella: “Sono estraneo quanta fretta su di me”

di Mariagrazia Biancospino -

ANDREA COZZOLINO EUROPARLAMENTARE PD


Il lungo iter per la revoca dell’immunità parlamentare per Andrea Cozzolino e Marc Tarabella – i due eurodeputati coinvolti nell’inchiesta Qatargate – sta procedendo in velocità. Dopo l’avvio della procedura del 16 gennaio scorso, annunciato dalla presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, martedì la Commissione Juri – l’istituzione giuridica competente – ha votato all’unanimità a favore della richiesta della plenaria per la revoca dell’immunità ai due eurodeputati.
Per ultimo, in ordine di tempo, ieri mattina il Parlamento in seduta plenaria a Bruxelles ha confermato la linea della Commissione Juri, votando a favore della revoca. In aula era presente anche Marc Tarabella che ha partecipato a entrambe le votazioni, esprimendosi favorevole alla revoca della propria immunità. La procedura di revoca potrà dirsi definitivamente completata quando la decisone sarà formalmente comunicata ai deputati interessati e alle autorità richiedenti. In ogni caso, fanno sapere dal parlamento, la comunicazione sarà immediata. Per nulla indispettito – almeno sulla carta – l’europarlamentare belga Marc Tarabella che con il proprio voto e la propria disponibilità ha dichiarato di voler aiutare la giustizia “a fare il suo lavoro”. “Sono venuto espressamente per votare a favore della revoca della mia immunità parlamentare che ho chiesto fin dall’inizio” ha detto Tarabella, “perché mi permetterà di esprimermi davanti agli inquirenti che vogliono pormi delle domande e ora lo possono fare”. Voglia di fare giustizia sì, ma anche occasione per ribadire la propria innocenza, spiegando anche di “non essersi pronunciato finora e non aver fatto dichiarazioni alla stampa in segno di rispetto per la procedura giudiziaria”.
A dirsi innocente e a ribadire la propria “estraneità ai fatti” anche l’italiano Cozzolino. I suoi avvocati Federico Conte, Dezio Ferraro, Dimitri De Becó hanno dichiarato che l’assistito “si difenderà in tutte le sedi, come ha già fatti innanzi alla Commissione, perché possa essere accertata la verità”. Ma non solo. I legali hanno voluto anche comunicare il proprio disappunto nei confronti della procedura di revoca dell’immunità: “l’evasione è avvenuta in tempi record e con un iter meramente burocratico, senza nessuna discussione sui temi e sugli interrogativi posti in commissione dall’onorevole Cozzolino sulla matrice e la natura dell’inchiesta, e senza tenere in alcun conto la sua stessa attività parlamentare sui dossier Qatar e Marocco, pur essendo del tutto incompatibile con l’accusa, invero alquanto generica, formulata al suo indirizzo”.
Parole che suonano polemiche, soprattutto di fronte alla decisione di rinuncia all’immunità da parte dello stesso Cozzolino, rivendicata come “una scelta di dignità e di responsabilità” ma anche “una scelta coraggiosa fatta anche per consentire ai suoi colleghi un più libero confronto politico su quello che sta avvenendo”. Ora i giochi sono quasi fatti e Michel Claise, il giudice istruttore che si occupa delle indagini, potrà procedere a sua discrezione sui due eurodeputati, ricordando come i quattro principali sospettati – Antonio Panzeri alias “la mente”, la ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili, Francesco Giorgi e Niccolò Figà Talamanca – si trovano attualmente in carcere e il giudice non è nuovo all’utilizzo della detenzione preventiva.
Nel frattempo, in Italia, la Corte d’Appello di Milano ha rimandato al 9 febbraio la decisione sulla consegna al Belgio di Monica Rossana Bellini, la commercialista della famiglia Panzeri, attualmente ai domiciliari. Uno slittamento necessario per avere il tempo di chiedere ai magistrati belgi ulteriori informazioni e documentazione sulla sua posizione. Secondo la procura federale belga la commercialista avrebbe avuto un ruolo centrale nel riciclaggio delle mazzette con la creazione di una struttura societaria di copertura.

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