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Qatargate: la famiglia di Panzeri torna libera Giorgi e Figà-Talamanca restano in carcere

di Eleonora Ciaffoloni -

PIER ANTONIO PANZERI


L’accordo tra la “mente” dello scandalo mazzette Antonio Panzeri con la procura federale belga ha dato il via a un effetto domino che sta facendo crollare pezzettino dopo pezzettino il sistema Qatargate. I nomi e i dettagli dati dall’ex eurodeputato di Articolo 1 hanno ridato la libertà a Silvia Panzeri e a Maria Dolores Colleoni, figlia e moglie dell’indagato numero uno. Difatti, ieri, la corte di Appello di Brescia ha preso atto della nota pervenuta dai federali di Bruxelles che rinunciano alla procedura di consegna, insieme alla revoca della misura degli arresti domiciliari. Così, le due donne, arrestate lo scorso 9 dicembre con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, ora sono tornate in libertà. Eppure, per le due, la storia sembra non finire qui. Il legale delle familiari di Panzeri, Angelo De Riso, ha ribadito la volontà delle due donne di farsi sentire: “Loro verranno interrogate, poi vedremo”. A ricevere questo messaggio è Michel Claise, giudice istruttore di Bruxelles e titolare dell’inchiesta che nelle scorse ore si trovava a Milano per procedere alle copie dei documenti sequestrati a casa Panzeri. Difatti, viste le tempistiche, moglie e figlia dell’imputato non saranno interrogate subito, ma sembra chiara la correlazione tra l’accordo dell’eurodeputato e la libertà delle due donne, anche se l’avvocato non si sbottona: “Panzeri ha negoziato per lui, non conoscendo il memorandum non so, ma in via logica mi sembra verosimile”. Nel frattempo, a Bruxelles, altri pezzi del domino sono entrati in gioco. Ieri mattina alla Camera di Consiglio del Tribunale di Bruxelles sono stati ascoltati, in due ore di audizione, altri due indagati sul Qatargate: Francesco Giorgi, ex assistente di Antonio Panzeri, e Niccolò Figà Talamanca, segretario autosospeso della Ong “No Peace Without Justice”. Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la decisione: il tribunale ha confermato con una ordinanzala custodia cautelare la custodia in carcere di entrambi gli imputati. Se gli indagati impugneranno la decisione entro 24 ore, fanno sapere dalla Procura, dovranno comparire davanti alla Camera d’accusa presso la Corte d’appello di Bruxelles entro quindici giorni.

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