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Qatargate, rinviata l’estradizione per Cozzolino

di Rita Cavallaro -

QATARGATE: ANDREA COZZOLINO EX EUROPARLAMENTARE PD


Se il Belgio sperava di acquisire presto nuovi elementi sul Qatargate dall’interrogatorio di Antonio Cozzolino dovrà aspettare. La Corte d’Appello di Napoli, infatti, non deve aver reputato abbastanza convincente la richiesta di estradizione sulla base del mandato d’arresto europeo per l’eurodeputato dem, accusato di far parte del cerchio magico al soldo dell’Emiro. Ieri i giudici partenopei avrebbero dovuto decidere se concedere l’estradizione per il parlamentare sospeso dal Pd, arrestato nei giorni scorsi a seguito di un ordine di cattura delle autorità belghe e posto agli arresti domiciliari nella sua casa del Vomero. La difesa del politico, però, ha presentato alla Corte alcune richieste di integrazione probatoria e ha fatto istanza per l’acquisizione di ulteriori informazioni sugli elementi su cui si fonda il mandato d’arresto internazionale. Gli avvocati Dezio Ferraro e Federico Conte non hanno ancora potuto prendere visione degli atti e hanno chiesto il rinvio dell’udienza in attesa della ricezione del fascicolo da Bruxelles, in modo da poter avanzare una difesa, visto che risultano poco chiari gli elementi investigativi che hanno portato la procura federale belga a emettere il mandato. “Si tratta di un racconto sintetico di fatti presupposti che noi non conosciamo. Un racconto in cui i pagamenti vengono solo evocati. Sembra piuttosto una normalissima attività di interlocuzione tra parlamentari europei, su questioni di voto, di opinione, condotte non censurabili, evidentemente”, hanno precisato Dezio e Conte. La richiesta degli avvocati di Cozzolino è “finalizzata a capire dov’è l’aggancio tra un’attività pacificamente lecita e non censurabile e una condotta criminale”. Una circostanza, questa, per nulla delineata nelle carte. “Nel fascicolo in nostro possesso non c’è nulla, peraltro, di quanto comparso sulla stampa, a proposito di intercettazioni e di incontri”, garantiscono i penalisti. La Corte ha così concesso il rinvio dell’udienza al 28 febbraio. Gli avvocati hanno tra l’altro puntato il dito sull’impossibilità, da parte del giudice al quale è giunta la richiesta di mandato di arresto “di sindacare sull’impianto indiziario”. Spiegano: “Lo spazio di valutazione è molto ristretto per i giudici nazionali, e su questo noi stiamo valutando di sollecitare una questione di legittimità costituzionale su questa norma, per violazione dei precetti che salvaguardano i diritti di difesa, uguaglianza tra i cittadini, e del giusto processo. Evidentemente la privazione della libertà personale di un cittadino italiano non può essere difforme quanto ai criteri di decisione a seconda se la decisione viene presa da un giudice italiano o un giudice comunitario: su quest’istanza la Corte di Appello non hanno dato seguito alla nostra richiesta, allo stato, ma si sono riservati all’esito dell’acquisizione della documentazione richiesta”. Per ora, dunque, Cozzolino rimarrà ai domiciliari, in attesa della pronuncia sull’estradizione in Belgio, dove dovrà difendersi senza immunità, revocatagli dal Parlamento europeo. Nonostante non siano registrati passaggi di denaro o regalie dal Qatar nei confronti di Cozzolino, che si dichiara estraneo al giro corruttivo di cui è “anima” e “promotore” l’ex eurodeputato di sinistra Antonio Panzeri, contro di lui ci sono le accuse sia di Panzeri che del suo assistente Francesco Giorgi, compagno dell’ex vice presidente dell’Eurocamera Eva Kaili, anch’ella reclusa in carcere dal 9 dicembre scorso, dopo che aveva cercato di far portare via dal padre 750mila euro in contanti nascosti nella casa che condivideva con il compagno Giorgi. Domani il tribunale di Bruxelles dovrà riesaminare la custodia cautelare nei confronti di Kaili e la difesa chiederà gli arresti domiciliari. I giudici belgi dovranno poi decidere se convalidare il carcere per Marc Tarabella, l’eurodeputato arrestato sabato scorso dopo essere stato accusato sempre da Panzeri di aver ricevuto circa 140mila euro di mazzette. Lo stesso Panzeri, che ha scelto di patteggiare un anno di galera, si presenterà domani mattina davanti alla Camera di consiglio per un riesame delle misure cautelari, ma i suoi legali non chiederanno un regime di sorveglianza elettronica. Resta ancora da fissare, invece, l’udienza per Giorgi.

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