Economia

QUANTO CI COSTI DIGITALE

di Angelo Vitale -


L’Italia è avanti in Europa, riguardo alle azioni messe in campo verso la trasformazione digitale favoriti dal Pnrr, il primo tra gli Stati membri. Ha già completato il 17% con il 30% del totale di 173 milestone e target previsti: fa meglio di Spagna e Francia, fermi al 10%, e di altri 15 Paesi tra i quali la Germania, ancora ai nastri di partenza.
Il Pnrr, peraltro, mette a disposizione del nostro Paese risorse mai viste per la digitalizzazione: complessivamente 48 miliardi e l’Italia prevede di spenderne il 37%, molto più di altri (18 spenderanno meno di 2 miliardi di euro, la Spagna 20, la Germania 13 e la Francia 8). E’ quella che la ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del PoliMi definisce una chiamata senza precedenti. Alla quale l’Italia deve rispondere “in modo rapido, compatto e ordinato – dice Alessandro Perego, direttore di Osservatori Digital Innovation -. Ora è necessario tradurre in realtà le ambizioni del Pnrr, portando a termine nei tempi previsti gli interventi di digitalizzazione e accelerando sugli ambiti più critici, come lo sviluppo di competenze digitali tra la popolazione. Dobbiamo dedicare i prossimi mesi a raccordare visioni, risorse e sforzi che, se non ben allineati, rischiano di far perdere tempo ed energie cruciali”.
Le criticità, infatti, ci sono anche se il Digital Economy and Society Index registra un segnale positivo: nel 2022 l’Italia è salita di 2 posti nel ranking europeo di digitalizzazione ma rimane nella parte bassa della classifica, al 18esimo posto su 27 Stati. I dati di dettaglio mostrano una manovra incerta e inefficace. Siamo 25esimi per diffusione di competenze digitali come nello scorso anno; settimi per connettività, recuperando 16 posizioni; ottavi per la digitalizzazione delle imprese; 19esimi per quella della della PA, perdendo una posizione. Nel dettaglio, l’Italia è 25esima per diffusione di competenze digitali, stabile rispetto allo scorso anno; settima per connettività, guadagnando 16 posizioni rispetto alla precedente rilevazione; ottava per digitalizzazione delle imprese, guadagnando due posizioni; 19esima per digitalizzazione della PA, perdendo una posizione.
Non va meglio nel DESI regionale che conferma il divario tra regioni del Mezzogiorno e del Centro – Nord e diventa specchio delle dimensioni su cui l’Italia è più in difficoltà, capitale umano e servizi pubblici digitali, che presentano anche i maggiori divari regionali. Un dato può entusiasmare: il grado di digitalizzazione dei comuni di Sud e Isole è cresciuto più che in altre aree del Paese, quasi del doppio, 108% e 131% rispetto a Centro, Nord-Est e Nord-Ovest, aree che comunque le sopravanzano. Poi, confrontando le 21 Regioni e Province Autonome con un gruppo di Regioni europee “gemelle”, emerge come anche i territori più avanzati del nostro Paese non siano veri digital champion in Europa: tutte le Regioni europee simili alle nostre fanno meglio rispetto all’utilizzo di internet e vincono il confronto. Alla fine, sono proprio Nord e Centro ad arrancare nel resto d’Europa.

Cosa fare? Luca Castaldi, che dirige l’Osservatorio Agenda Digitale e segue l’attuazione del Pnrr a Palazzo Chigi, è molto netto: “È importante non fermarsi e raccordare le risorse del piano a quelle, per esempio, del programma Horizon Europe. E bisogna assicurarsi che i quasi 10 miliardi di euro che sono stati dedicati alla trasformazione digitale della PA siano spesi in modo efficace ed efficiente, monitorandone l’impiego nel tempo”.

Torna alle notizie in home