Politica

Quarto stato e terzo polo

di Adolfo Spezzaferro -


“La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd cambia la politica italiana. Ciò che è avvenuto è molto importante. Il Pd diventa un partito di sinistra-sinistra che compete direttamente con il Movimento Cinque Stelle e assorbe i partitini di sinistra radicale”. Parola di Matteo Renzi, che non riesce a trattenere il gaio e tripudio per le praterie che si aprono per il partito unico Italia Viva-Azione, la cui nascita è stata accelerata dalla rivoluzione in casa dem. “Non si tratta di esprimere un giudizio di merito, dire se si è d’accordo o meno: è un dato di fatto che la vittoria di Schlein cambia la pelle del Pd – dice l’ex segretario del Pd -. Ed è un fatto di chiarezza importantissimo”.

 

Il Pd made in Renzi non esiste più, ora ce n’è un altro, che “parla un linguaggio diverso sul reddito di cittadinanza, sul nucleare, sulla politica estera, sulle tasse”, chiarisce l’ex premier. Con la Schlein segretario, afferma Renzi, “vengono giù – all’improvviso, tutti insieme – gli alibi di chi ancora pensava di poter coltivare il riformismo dentro il Pd. Questo significa che adesso parte la campagna acquisti come sintetizzano i giornali? Macché! Anzi, è vero il contrario. Vedrete che specie all’inizio in tanti proveranno a serrare le fila dei gruppi dirigenti. Non aspettatevi un esodo, non aspettatevi una campagna acquisti. Non puntiamo all’esodo dei dirigenti nel 2023, ma all’esodo degli elettori nel 2024. La nostra scommessa non è la campagna acquisti, ma la campagna elettorale del 2024”, precisa. “Lì si voterà con il proporzionale puro alle europee”. Insomma, la conta: ogni partito si peserà con le sue forze. “Se facciamo una buona campagna elettorale, se la sinistra si radicalizza, se il governo continua a non dare risposte ma solo a procedere a colpi di slogan come sull’immigrazione, sulla crescita, sulla scuola io dico che abbiamo l’occasione per fare delle Europee 2024 una svolta strepitosa”, auspica Renzi. L’ex dem non si cura delle sorti del Pd made in Schlein, anche se (ri)vuole i suoi voti. “Ormai lo spazio politico del nuovo Pd è sulla frontiera dei Cinque Stelle, non sulla nostra. Sarà cruenta la battaglia a sinistra tra Schlein e Conte”. Poi l’invito a tutti coloro che potrebbero riconoscersi nel progetto terzopolista: “Per chi crede nel riformismo anziché massimalismo, nel creare lavoro anziché nei sussidi, nel firmare le leggi sui diritti civili anziché nel farci i convegni, nell’aumentare lo stipendio a operai e professori anziché organizzare le proteste, oggi lo spazio che si apre è fantastico”.
Dunque è solo questione di trovare il simbolo, il nome, e tutto il resto. Ma il partito unico dei moderati, che punta a recuperare l’elettorato dem riformista deluso dalla svolta a sinistra-sinistra della Schlein si farà. È questione di giorni.

 

In casa dem ora il problema non è tanto il Terzo polo ma come evitare nuovi abbandoni, dopo quello di Giuseppe Fioroni. La linea della Schlein (forse un po’ troppo estrema per i riformisti dem) pertanto andrà declinata in modo moderato, per non perdere troppi pezzi di un partito che ha già molto da recuperare e che non è che si può rimettere in sesto soltanto riconquistando gli elettori di Alleanza Verdi e Sinistra. Ecco perché il governatore della Puglia Michele Emiliano attacca il duo Renzi-Calenda: “Sono due gufetti che devono tutto al Pd e ora sperano da un eventuale scardinamento del Pd di ricavarne qualche voto. Ma, è sicuro Emiliano, “non vanno da nessuna parte perché Bonaccini non è Renzi né Calenda e sicuramente terrà insieme quei sindaci che si sono impegnati per Stefano”. Per il sostenitore del governatore dell’Emilia-Romagna, sconfitto dalla Schlein, Bonaccini è “un interlocutore affidabile che può aiutare ad evitare strane idee perché ho già letto alcune dichiarazioni di Azione e Iv”. Proprio in merito al partito unico, Emiliano spara a zero contro i due ex dem: “Questo partito fondato su un’idea difficile da comprendere spera che il Pd si frantumi perché è il principale concorrente del Pd. Sono l’avversario principale del Pd e vanno assolutamente tenuti a debita distanza”. Non è del tutto vero. Posto che sia vero che ora la Schlein virerà a sinistra-sinistra. E quindi dovrà vedersela con il M5S di Giuseppe Conte, rivendicando di essere l’originale e non la (brutta) copia.


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