Economia

Quel cavo sotto il mare che unirà il Mediterraneo

di Giovanni Vasso -


Non è retorica, anzi presto sarà realtà: l’Italia, con il nuovo cavo sottomarino che la unirà alla Tunisia, diventerà l’hub mediterraneo dell’energia. È stata avviata, dal ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica la procedura per la nuova interconnessione elettrica tra Roma e Tunisi. Un vero e proprio ponte energetico sottomarino, in corrente continua, che unirà l’Europa al Nord Africa. Si tratta di un progetto assolutamente innovativo che mira a diversificare le fonti di energia per soddisfare il fabbisogno nazionale e comunitario con un occhio all’ambiente e alla riduzione dell’utilizzo di sostanze e procedure capaci di impattare sul clima, accelerandone le dinamiche di cambiamento.
I numeri dell’opera
Poco più di duecento chilometri di cavo sottomarino, che sarà posto fino a 800 metri di profondità, per un “ponte” energetico da 600 megawatt in corrente continuata. Costerà circa 850 milioni di euro, 307 dei quali saranno finanziati, per la prima volta tra uno Stato membro e un Paese terzo, per il tramite del fondo Ue del Connecting Europe Facility. Oltre la metà del budget è stato assegnato già nel 2022. L’opera, che sarà gestita da Terna per l’Italia e da Steg, l’operatore energetico locale, per la Tunisia, è inserita all’interno dei cosiddetti progetti di interesse comuni. L’approdo italiano è a Castelvetrano, in provincia di Trapani. Qui l’energia percorrerà un cavo, che sarà collocato sottoterra e quindi nel pieno rispetto del paesaggio e delle strade, che spunterà fino alla vicina città di Partanna dove verrà allestita una stazione di conversione dove oggi sorge una stazione elettrica.
Non solo Italia
Da Partanna, poi, l’energia proveniente dal Nord Africa raggiungerà l’intera Europa. L’Italia, infatti, può già contare su diverse connessioni energetiche con i partner dell’Unione. Al momento sono ben ventisei le linee frontaliere già attive. Tra queste, ci sono i collegamenti con la Francia, la Svizzera, l’Austria e la Grecia. Quindi c’è l’importante progetto del Sacoi 3, il progetto per il rifacimento del collegamento tra la penisola, la Sardegna e la Corsica. Con il Tyrrhenian Link, che unirà l’Italia continentale alla Sicilia e con il nuovo collegamento verso la Tunisia, e considerando la scelta di acquistare sempre meno materie prime energetiche dalla Russia, per il Paese si apre una prospettiva, sempre più concreta, di ritrovarsi al centro delle rotte dell’energia su scala europea. Per l’Italia, dunque, si apre una stagione nuovissima e foriera di potenzialità finora inimmaginabili, con la possibilità di ritrovarsi al centro del Mediterraneo che, in questi anni di guerra, è ritornato al centro del mondo, non soltanto dell’Europa.
Al centro delle
rotte dell’energia
L’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, ne è sicuro: “Grazie a questa opera, l’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo”. Donnarumma ha presentato così il progetto che unirà la Sicilia, quindi l’Italia, alle coste del Nord Africa: “Si tratta di una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa, che potrà contribuire in maniera significativa all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili”. L’ad Terna, infine, ha voluto ringraziare l’Unione europea: “Siamo molto soddisfatti del finanziamento da parte della Commissione Europea – il primo mai assegnato a un progetto intercontinentale – che ha riconosciuto la valenza strategica del nostro progetto”.
La soddisfazione
di Giorgia Meloni
La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha espresso sui social la sua soddisfazione per l’inizio di un progetto così importante e strategico per il futuro del Paese. “Al via libera della Commissione Europea allo stanziamento di 307 milioni di euro per co-finanziare l’infrastruttura d’interconnessione tra Italia e Tunisia è un grande successo Italiano. È una data storica perché l’Unione Europea ha dato l’ok ad un progetto che vede coinvolto uno Stato Membro con uno Stato Terzo”. Quindi Meloni ha spiegato: “L’opera, un elettrodotto sottomarino di circa 200 km, sarà realizzata da Terna e dalla corrispondente società tunisina Steg e costituirà un nuovo corridoio energetico tra Africa ed Europa, favorendo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Per la premier, che aveva già parlato, nelle scorse settimane, di un Piano Mattei, “è nel destino dell’Italia diventare un nuovo hub energetico per l’intero Continente europeo, è nella nostra missione intensificare la cooperazione con l’Africa per portare investimenti e sviluppo”.
La sfida, ora, è quella delle rinnovabili attraverso le quali si punta, come ha ribadito la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, a sostituire l’enorme massa di gas che prima l’Europa acquistava dalla Russia. Il progetto, pertanto, si inserisce (anche) nel solco dell’innovazione attenta alle esigenze dell’ambiente e che non lesina sforzi per combattere il cambiamento climatico. 


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