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LA VALIGIA SUL LETTO – Quella Trieste stupenda dal dolce cuore di pietra

di Nicola Santini -


Si conosce e si parla della Trieste mitteleuropea, di quella barcolana, di quella colta e, citando Umberto Saba di “una scontrosa grazia”, e di questa si conosce un po’ tutto: i caffè storici, il capo in bi, la piazza Unità d’Italia affacciata sul mare, il Castello di Miramare che vide la principessa Sissi e incorniciò l’amore di Massimiliano e Carlotta, la regata Barcolana o il più severo Castello di San Giusto.
Oggi la valigia sul letto si poggia sul quartiere in grande rispolvero, che nasce dalla riqualificazione di Porto Vecchio, un vecchio porto che fu centrale per l’economia del Mediterraneo, porta per l’est, che oggi è un contenitore di mostre ed eventi culturali, ricco com’è di grandi spazi, che uno ad uno stanno rinascendo. E qui ci fermiamo per conoscere la storia di una pietra che ha fatto il giro del mondo.
Fino al 14 luglio è in corso al Magazzino 26 la mostra “Da Lubiana a Trieste, la pietra di Aurisina, del Carso e dell’Istria in Italia e nel mondo”. Per capirci: avete presente la facciata maestosa della Stazione Centrale di Milano? Quella è in pietra di Aurisina. Una pietra che sta tornando a ricoprire un ruolo centrale come lo fu in passato dall’arte, al design, alle grandi architetture, che vale la pena scoprire e amare. Perché ha una storia affascinante che unisce due terre di confine di bellezza sconfinata.
Un viaggio materico nella cultura della pietra che permetterà al visitatore di approfondirne la storia, l’uso nell’architettura e nell’arte, al quale si affiancano visite guidate, escursioni, approfondimenti culturali, laboratori, performance.
La mostra è organizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis in coorganizzazione con il Comune di Trieste e con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.
Lo scopo della mostra è quello di presentare la pietra carsica e istriana, che ha svolto un ruolo importante nello sviluppo economico e sociale della Regione, ma anche la sua prospettiva sul mondo.

Nei percorsi espositivi, se ne può apprezzare l’uso in architettura, nelle costruzioni, nell’arte, nell’artigianato attraverso fotografie, progetti, plastici, manufatti, installazioni e modellini. Un viaggio che la pietra ha intrapreso nel tempo, approdando in ogni dove.
Un ruolo chiave in questo sviluppo ha avuto la costruzione della Ferrovia Sud Vienna – Trieste. Con i collegamenti ferroviari e marittimi, Trieste divenne il principale porto del Mediterraneo orientale, che aprì la strada dall’Europa settentrionale e centrale all’Estremo Oriente e all’America in Occidente con collegamenti via Gibilterra e il nuovo Canale di Suez.
Trieste visse l’epoca d’oro del suo sviluppo economico. Dopo il 1383, quando passò sotto l’autorità della monarchia asburgica; nel 1719, quando acquisì lo status di porto franco doganale, nel 1849, quando gli fu concesso uno speciale collegamento diretto con Vienna, conobbe uno sviluppo straordinario fino agli inizi della Prima Guerra Mondiale. Il numero degli abitanti passò da 60.000 a 240.000 e divenne un centro commerciale e finanziario internazionale. Lubiana esiste già dai tempi delle province illiriche all’inizio del XIX secolo. Il Congresso di Lubiana del 1822, con una linea ferroviaria e un collegamento con Vienna e Trieste, acquistò sempre più importanza, e il terremoto del 1895 non fece altro che accelerare il suo ruolo di centro regionale della Carniola.
Il Carso con la sua pietra, estratta in numerose cave superficiali locali, con la nuova ferrovia ha avuto la possibilità di vendere la pietra in tutto il mondo. Aurisina e Monrupino ne hanno approfittato e con la modernizzazione della produzione queste cave sono diventate le più grandi cave della monarchia austro-ungarica. La pietra carsica divenne un “prodotto di moda” di quell’epoca. E oggi rinasce.


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