Attualità

Quell’abbraccio che ha la forza della tenerezza

di Andrea Canali -


Il Papa gentile, così potremmo definirlo. Francesco ha affermato spesso la frase: “Non abbiate paura della tenerezza”. Viene da se quindi, stando cosi le cose l’incontro in Piazza San Pietro con circa ottantamila associati e simpatizzanti di ogni età dell’Azione cattolica italiana, arrivati a Roma per la XVIII Assemblea nazionale. In questa giornata commemorativa di festa e di preghiera, lo slogan dei partecipanti è stato: “A braccia aperte”, per creare una atmosfera volta alla “costruzione di una comunità” in cui ciascuno possa trovare il suo posto per contribuire al bene comune (principio cardine della dottrina sociale della Chiesa). Quindi, in questa epoca tormentata dalla guerra, e in generale dalla violenza gratuita, triste espressione della nostra società, il Sommo Pontefice ci riporta a delle riflessioni sane, affermando che “all’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o abbracci rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico. E tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo! Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita”. Ma c’è anche l’abbraccio che salva, chiosa ancora il Santo Padre: “Già umanamente abbracciarsi significa esprimere valori positivi e fondamentali come l’affetto, la stima, la fiducia, l’incoraggiamento, la riconciliazione. Ma diventa ancora più vitale quando lo si vive nella dimensione della fede. Al centro della nostra esistenza, infatti, c’è proprio l’abbraccio misericordioso di Dio che salva, del Padre buono che si è rivelato in Gesù”, sottolinea il Papa. Non dobbiamo perdere “mai di vista l’abbraccio del Padre che salva, paradigma della vita e cuore del Vangelo, modello di radicalità dell’amore, che si nutre e si ispira al dono gratuito e sempre sovrabbondante di Dio. Fratelli, sorelle, lasciamoci abbracciare da Lui, come bambini. Ognuno di noi ha nel cuore qualcosa di bambino che ha bisogno dell’abbraccio. Lasciamoci abbracciare dal Signore e nell’abbraccio del Signore impariamo ad abbracciare gli altri”. L’obiettivo non è solo di rimettere l’uomo al centro ma, più nello specifico, tornare ad abbracciare il Signore di cui siamo Imago Dei. Tutto questo nel rispetto del creato e della custodia della pace perché “nessuno si salva da solo”.
Proprio così cantavano in piazza San Pietro i ragazzi dell’Azione Cattolica, che di strada ne hanno fatta molta da quel lontano 1867, anno di fondazione del sodalizio. Il santo Padre ha avuto poi per i vari intervenuti parole veramente significative, affermando: “Passando in mezzo a voi, ho incrociato sguardi pieni di gioia e di speranza. Grazie per questo abbraccio così intenso e bello, che da qui vuole allargarsi a tutta l’umanità, specialmente a chi soffre, mai dobbiamo dimenticare le persone che soffrono”. L’incontro è proseguito con alcune testimonianze dai Paesi in guerra, per voce di giovani ucraini e del Patriarca di Gerusalemme, e con l’intervento di due ragazzi provenienti dai territori colpiti dalle alluvioni, che hanno raccontato la sollecitudine dell’Azione Cattolica in quei momenti difficili e dolorosi. Inoltre si sono svolti intermezzi musicali che hanno allietato i presenti con momenti di divertimento, ma anche di raccoglimento. E ancora il Santo Padre ci dice: “Un abbraccio può cambiare la vita, mostrare strade nuove, sono molti i santi nella cui esistenza un abbraccio ha segnato una svolta decisiva, come San Francesco che lasciò tutto”. Durante l’incontro Bergoglio ha anche fatto un richiamo alla sinodalità parlando ai giovani così: “Siate atleti e portabandiera di sinodalità”. Monito sicuramente importante per essere protagonisti, in quanto fedeli nella Chiesa. Insomma è stata una giornata trascorsa tra giovialità, trascendenza e amicizia collettiva, con sentimenti profondi.
Eraclito, a tale riguardo, ci insegna infatti: “Per quanto si possa camminare non si troveranno mai i confini dell’animo umano”.


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