Politica

Quell’opera è un errore sia tecnico che politico

di Redazione -


di Fabrizio Marrazzo

Il futuro inceneritore di Roma, nonostante le motivazioni per le quali sia stato pensato, ossia liberare le strade di Roma dai cumuli di spazzatura, rischia invece solo di mettere in difficoltà i romani e la Regione Lazio.
Ormai la scelta sull’inceneritore ha perso il suo valore tecnico, ma si è riempita di significato politico. Come esponente del Partito Gay -LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale, come attivista LGBT+, ambientalista ed ingegnere, ho sempre cercato di analizzare i fatti da un punto di vista tecnico ed oggettivo, analizzando i risultati di lungo periodo; su questo tema, invece, vedo solo una guerra ideologica. Infatti, chi ha scelto l’inceneritore ha dato a tale scelta un valore politico, con l’intento di mostrare di avere soluzioni rapide ed efficaci contro chi vuole bloccare il progresso.
Purtroppo i fatti sono altri e la soluzione non è veloce perché le stime parlano di 7 anni, ma se facciamo una media delle realizzazioni delle infrastrutture in Italia ed in particolare a Roma, sappiamo tutti che ci vorrà più tempo (vedi lavori per la metro C); inoltre ciò non rappresenta neanche un progresso: basti osservare come molti Paesi occidentali stiano abbandonando o usando in via secondaria questa soluzione, in quanto ci lascia ceneri da smaltire ed emissioni nell’aria, contribuendo ad inquinare ancora di più il nostro territorio.
Quindi chiunque si fermi ad analizzare i pro ed i contro dell’inceneritore, (che non è un termovalorizzatore, perché l’energia che sviluppa dura poco, mentre le emissioni che emette nell’aria durano per sempre e le ritroviamo nelle nostre acque) può capire facilmente che non è una soluzione ecosostenibile, mentre lo sono i piani di riuso e riciclo dei materiali.
Un solo esempio di business di riuso che voglio citare, per far capire cosa non siamo in grado di vedere, è Desigual, il famoso brand di abbigliamento che attraverso il riuso dei tessuti ci ha costruito un’azienda di abiti che fattura 371 milioni di euro…un esempio che mi piacerebbe seguisse anche la città di Roma, che nella moda non deve temere nessuno: Renato Balestra, che ci ha lasciato in questi giorni, insegna!
Pertanto, ritengo che riflettere e cambiare idea sia una virtù e non significa mostrarsi deboli o perdenti. Quindi, credo che il PD di Roma debba ascoltare quanto gli suggerisce lo stesso PD del Lazio, alleato fino a poco fa con il M5S in Regione, ossia, di valutare nuove soluzioni miste che vanno nella direzione del riuso e del maggiore riciclo, cercando di rendere marginale l’indifferenziata nella nostra città.
In questo modo oltre ad ottenere un beneficio per l’ambiente, si aprirebbe una opportunità politica di coalizione progressista ampia, con il Movimento 5 Stelle, che potrebbe più facilmente contrastare l’avanzata della destra.
Destra che di liberale ha poco o nulla e che su ambiente, diritti civili e sostegno sociale di certo non brilla (vedasi le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza come “abominio il matrimonio gay”, “Umiliazione utile per formare” e la bozza di finanziaria di Meloni che vuole riportare in povertà 600 mila persone e favorire il nero con i contanti).
Il sentimento ambientalista, sta crescendo sempre più e per chi pensa che con l’inceneritore si possa “incenerire” un avversario politico, potrebbe finire disilluso, scoprendo che dalle ceneri può rinascere La Fenice nella Regione Lazio .


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