Economia

Qui Pnrr o si muore

di Giovanni Vasso -

CANTIERE DEL RADDOPPIO FERROVIARIO TRA TAORMINA E FIUMEFREDDO. TREPPITELLO WEBUILD


O Pnrr o morte. Forse la scelta non è proprio così definitiva ma senza i soldi Ue l’Italia rischia di segnare il passo. Perciò l’obiettivo è spendere tutte, e bene, le risorse del piano. Anche perché lo spazio di manovra per il bilancio dello Stato è risicato, se non risibile. Dal Fondo monetario internazionale e fino a Confindustria, si moltiplicano gli appelli al governo. Il piano deve proseguire, i soldi vanno drenati e investiti, i progetti vanno avviati e concretizzati, per le riforme non c’è più tempo da perdere. Le parole del direttore del Fmi per l’area mediterranea Federico Giammusso riportano l’attesa degli organismi sovranazionali rispetto all’Italia. E hanno dato alle associazioni datoriali, da Confcommercio a Confindustria, l’occasione per ribadire quanto sia alta l’aspettativa del mondo produttivo rispetto al piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le attese fuori dall’ITalia

Giammusso, intervistato da Repubblica, ha spiegato che “per la crescita conta molto il Pnrr. Una piena attuazione può rafforzare la ripresa perché non vuol dire solo spendere tutte le risorse, 200 miliardi, elemento molto importante nel breve termine, ma anche fare le riforme che assicurano la crescita nel lungo termine. Potrebbe avere effetti positivi anche sui tassi pagati sul debito pubblico, e quindi avviare un circolo virtuoso”. Quindi ha riferito che il Pnrr, per l’Italia, rappresenta “una sfida importante” perché “non è facile per il nostro Paese mettere a terra 200 miliardi, spenderli, e farlo in maniera appropriata. Spendere nei tempi e secondo le modalità previste dal piano non è un esercizio usuale per l’amministrazione italiana. È importante, ma non facile, e il governo ha contezza di entrambe le cose”. In controluce, le parole di Giammusso lasciano intravedere che l’attesa sull’Italia è legata anche, se non soprattutto, a una riforma che renda la Pa efficiente ed efficace. Quello che chiedono, in fondo, anche gli industriali e i commercianti italiani dal momento che dal bilancio dello Stato non si può toccare granché. E l’alto dirigente Fmi ha ribadito che la strada da seguire è questa: “Nel corso degli ultimi anni sono state fatte scelte prudenti, inclusa l’ultima legge di bilancio. C’è stato il rimbalzo dell`economia post covid e la tenuta energetica. Le politiche degli ultimi anni hanno accomodato gli shock, senza far deragliare la finanza pubblica. Una via che è confermata da legge di bilancio e Def. Si può discutere sui decimali, ma la linea è quella”.

I dubbi di Confindustria

Secondo il centro Studi di Confindustria “se le risorse di bilancio saranno limitate, le uniche vere a disposizione saranno quelle previste da Pnrr e RepowerEu e i fondi di coesione. Per questo occorre, con ancora maggior determinazione, utilizzarle tutte e nel modo più efficiente. Soprattutto l’attuazione del Pnrr è cruciale, non solo sul versante nazionale, ma anche nell’ottica della nuova governance economica e delle prossime scelte sulla politica industriale europee”. Non mancano problemi, quantomeno di comprensione. Per Confindustria, infatti, i piani legati al Repower Ue “sembrano coerenti con gli obiettivi della transizione verde sebbene non si faccia cenno ad azioni correlate come gli investimenti nel digitale e nelle competenze, ma non vengono forniti dettagli sulla tipologia delle misure”. Non è proprio l’ideale. Intanto gli industriali sottolineato l’importanza di “valorizzare strumenti automatici e di agevole implementazione, come i crediti di imposta”.

Schermaglie tra partiti

Dalla politica, nel frattempo, arrivano indicazioni contrastanti. Da un lato, la maggioranza predica serenità, dall’altro le opposizioni incalzano il governo chiedendo chiarezza. Le posizioni dei partiti si sono incrociate al webinair sul Pnrr organizzato dalla cassa previdenziale di ragionieri ed esperti contabili presieduta da Paolo Pagliuca. Se la senatrice di Azione, Mariastella Gelmini, ha puntato il dito sulla necessità di investire nelle misure Industria 4.0 e di considerare il Pnrr come il piano di tutti e non solo di Draghi, la deputata M5s Anna Laura Orrico ha “chiamato” il ministro Raffaele Fitto a relazione al parlamento dei ritardi legati al piano stesso. Per il leghista Alberto Gusmeroli c’è da star tranquilli: “Riusciremo a realizzare le opere necessarie a questo Paese e il nuovo Codice Appalti promosso dal ministro Salvini darà un contributo fondamentale per dare una forte spinta ai lavori”. Il deputato forzista Nazario Pagano ha detto di aspettarsi in tempi brevi il pagamento della terza rata del piano da parte di Bruxelles.

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