Politica

QUIRINALE: I “PATETICI”, SALVINI RENZI E ROTONDI

di Francesco Certo -


Se la conferma di Giorgio Napolitano nel 2013 alla Presidenza della Repubblica potrebbe essere ricordata anche per l’episodio dei 101 franchi tiratori, che poi furono molti di più, le “Quirinarie” del 2022 potrebbero passare alla storia per i “Patetici”, il trio di Salvini Renzi e Rotondi che se sapessero cantare e suonare uno strumento verrebbero invitati da Amadeus come ospiti al prossimo Festival di Sanremo. Per buttarla sul serio, sono mesi che i due Matteo (il leghista e il fiorentino) stanno cercando di riguadagnare il centro della scena politica mentre Gianfranco Rotondi appare sempre di più come la “vedova” inconsolabile del Cavaliere, addirittura – lui cattolico integerrimo – da rischiare la blasfemia, paragonando Silvio Berlusconi a Gesù: “Anche lui fu vittima di una condanna”: Più patetico di così… Ma torniamo a Salvini e Renzi, tutti e due con il desiderio spasmodico di tornare a “contare”. Come? Precluso il premierato, l’uno e l’altro si venderebbero l’anima per un posto nel governo da cui ambedue si sono a suo tempo autoesclusi: Renzi giocando il suo faccione, affatto empatico, sulla ruota del referendum istituzionale, Salvini chiedendo i pieni poteri e ignorando una regola elementare: se li vuoi, non lo dici! In questo caso ha giocato un ruolo un Mojito di troppo? L’alcool test non lo ha fatto ma potrebbe essere. Ed è questo sfrenato desiderio di rientrare al governo che ha spinto Salvini a proporre un nuovo Esecutivo con dentro tutti i leader. In un primo momento, non ricordando che i Partiti non ci sono più, aveva parlato di segretari. Proposta respinta un po’ da tutti, tranne Matteo Renzi che non ha tardato a definirla una buona soluzione. Un modo per fare anche lui, con il 2 per cento, il Ministro…, magari al posto della Bellanova. Caduta l’ipotesi dei leader nel governo, Salvini gioca allora la carta del kingmaker del futuro Presidente della Repubblica. Ma nessuno se lo fila, anche perché in campo ci sono Giorgia Meloni che lo ignora e un certo Silvio Berlusconi che lo marca stretto e lo costringe a precipitose marce indietro ogni volta che avanza proposte non gradite ad Arcore. Ma Salvini ha sempre il problema di riguadagnare la leadership del centrodestra: Fratelli d’Italia ha da tempo sorpassato la Lega ed è lì al secondo posto, dietro solo al PD. Ed ecco che gli viene in soccorso il futuro suocero Denis Verdini – ai domiciliari e condannato a 6 anni per il crac del Credito Fiorentino – che ne diventa lo stratega ed attiva i suoi canali per fare del fidanzato della figlia il regista per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Poi, nel caso si liberasse Palazzo Chigi, anche del futuro Governo. Salvini insiste: ci vuole entrare, segretari o non segretari, e già fa sapere di aver ipotecato per la Lega – e quindi per lui – il Viminale. Quanto erano belle quelle felpe multicolore appartenenti alle varie forze di polizia. Immigrati, datevi da fare, il tempo stringe e presto potrebbe non esserci più trippa né per cani né per gatti! Sulla tolda non di una ONG ma del Ministero degli Interni potrebbe tornare Matteo Salvini! PdA


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