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Primi freddi, raffreddori in agguato: manuale d’uso per attraversare l’autunno senza cedere al fazzoletto

di Redazione -


di ANGELINA DE SANTIS
L’autunno arriva, l’escursione termica fa su e giù come un ascensore impazzito e il primo a cedere è il naso.
Prevenire i raffreddori da sbalzo di temperatura può sembrare eroismo ma è regolare manutenzione. Funziona se è concreta, quotidiana e senza superstizioni travestite da saggezza popolare. Semplice, davvero.
Vestirsi a strati, ma con criterio. Primo strato traspirante, secondo isolante, terzo antivento/antipioggia. Il cappotto senza base tecnica suda e poi congela, il maglioncione su t-shirt di cotone bagnata è la ricetta per la rinite. Regola d’oro: appena sudi, asciuga e cambia lo strato a contatto pelle.
Aria e umidità contano. In casa e in ufficio mantieni 19–20 °C e umidità 40–60%. Troppo caldo secca le mucose e le rende più vulnerabili; troppo umido fa fiorire i virus nell’aria. Arieggia breve e spesso, soprattutto al mattino e quando rientri.
Igiene delle mani. Sapone e acqua per 20 secondi. In esterno usare un gel con almeno il 60% di alcol. Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca.
Nasali in ordine: soluzione fisiologica mattina e sera, spray isotonico o doccia nasale se l’aria è secca o uno ha preso freddo.
Sonno: meno di 7 ore riduce le difese. Dormire bene non è un premio, è il sistema operativo del sistema immunitario. Abbassare dunque le luci un’ora prima, spegni schermi, e tienere fresco l’ambiente, aiuta non poco.
Movimento, ma senza fanatismi. Allenarsi 150 minuti a settimana a intensità moderata. L’allenamento estenuante in stagione instabile aumenta il rischio di beccarti tutto ciò che gira; il passo sostenuto all’aria aperta, invece, è un investimento.
Dieta sobria, non eroica. Proteine ad ogni pasto, frutta e verdura di stagione, legumi, frutta secca. Idratazione continua. Vitamina D: verificare i livelli se si sta sempre al chiuso; integrare solo se serve. Integratori miracolosi resta dove sono: nelle pubblicità. Miele per la gola irritata va bene per adulti e bimbi sopra l’anno. Zenzero, limone, tisane: aiutano a bere e scaldano, punto.
Vaccini di stagione: l’influenza non è un raffreddore con velleità letterarie. Se si rientra nelle categorie consigliate, è consigliabile farsi vaccinare. Per i comuni mortali resta una scelta sensata per ridurre giorni ko e complicazioni. Sulla vitamina C megadose, il verdetto è noioso: fa poco. Lo zinco entro 24 ore dai primi sintomi può accorciare di poco la durata, attenzione allo stomaco.
Gestione degli sbalzi: uscire coperti, scoprendosi appena si entra in un ambiente coperto; evitare l’effetto sauna-ghiacciaia. Borsa con sciarpa leggera e strato extra sempre. Capelli fradici al vento non sono un rito iniziatico: asciugarli prima di uscire non servirebbe nemmeno dirlo.
Uffici, mezzi, aule: la ventilazione è un salvavita sociale. Aprire due finestre opposte per 5 minuti, più volte al giorno. Diffidare dei profumatori: coprono gli odori, non puliscono l’aria.
Primi sintomi? Trattarli presto è ideale, ma con testa. Riposo relativo, liquidi, paracetamolo o ibuprofene se serve. Gargarismi con acqua tiepida e sale per la gola, spray salini per il naso. Antibiotici no: per i virus sono come una forchetta nella minestra, fuori luogo. Tornare dal medico se febbre alta dura più di tre giorni, respiro difficile, dolore forte a orecchio o seni paranasali, fragilità cliniche, gravidanza.
Umanità basilare, altro ingrediente di buon senso: chi tossisce copra naso e bocca; chi è malato resta a casa quando possibile. La salute collettiva rende tutti più efficienti del tuo eroismo mal riposto.
Dettagli furbi che fanno differenza: in picchi di malanni valuta la mascherina in spazi stretti e affollati, soprattutto se vivi con anziani o bimbi piccoli. Pulisci umidificatori e diffusori ogni settimana, altrimenti nebulizzi microbi a domicilio. Stessa sorte per cover del telefono e tastiera: alcol isopropilico e via. Stress prolungato abbassa le difese; pianificate pause vere, respirare bene, uscite alla luce del giorno. Sui probiotici le prove sono miste: benissimo usarli se fanno stare bene, non come talismano.
Il raffreddore da sbalzo non chiede geni, ma disciplina.

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