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Ragnedda ha confessato l’omicidio di Cinzia Pinna: la fuga in mare, il corpo ritrovato in Gallura

Per due settimane le vane ricerche della donna, oggi l'accelerazione della vicenda

di Giorgio Brescia -


Emanuele Ragnedda ha confessato l’omicidio di Cinzia Pinna, 33 anni, di Castelsardo, che era scomparsa la notte tra l’11 e il 12 settembre scorso a Palau, in Gallura. Oggi, un’accelerazione delle indagini. La fuga di Ragnedda, il suo fermo, la confessione.

Fermato in mare dopo la scomparsa di Cinzia

Il noto imprenditore del settore vinicolo è stato fermato con l’accusa di omicidio in relazione alla scomparsa di Cinzia Pinna. L’uomo, Emanuele Ragnedda, 41 anni, è stato bloccato dai carabinieri con l’ausilio della Guardia Costiera mentre cercava di fuggire in barca. Indagato anche un giovane milanese di 26 anni per il reato di occultamento di cadavere.

Spericolato il suo tentativo di fuga, da Canniggione verso Baia Sardinia a bordo di un gommone schiantatosi sugli scogli. Il fermo di Ragnedda, nella casa di famiglia ove – pare – fosse pure armato.

Ragnedda, originaria di Arzachena, è stato messo sotto fermo per il presunto omicidio di Cinzia Pinna, 33 anni, scomparsa a Palau l’11 settembre. La donna era stata vista l’ultima volta in un locale in compagnia di Ragnedda e del 26enne milanese coinvolto nell’indagine.

Ragnedda in trappola: il noto imprenditore del vino ha confessato

L’imprenditore, che viene assistito dall’avvocato Luca Montella, è figlio di Mario e nipote di Francesco Ragnedda, conosciuti per la produzione di vini pregiati. Ha fondato l’azienda ConcaEntosa e si è guadagnato notorietà per aver lanciato sul mercato il Vermentino Disco Volante Igt 2021, uno dei vini bianchi più costosi d’Italia, un prodotto da 1800 euro a bottiglia.

Le indagini per la scomparsa di Cinzia Pinna

Le indagini, coordinate dalla pm di Tempio Pausania Noemi Mancini, si sono subito concentrate sugli eventi della notte tra l’11 e il 12 settembre, momento in cui la donna è stata vista per l’ultima volta prima della sua scomparsa. Sono stati sequestrati telefoni cellulari e un’arma da fuoco per i necessari accertamenti.

La denuncia della scomparsa era stata presentata dai parenti di Cinzia Pinna, che hanno attivato una vasta operazione di ricerca fin dalle prime ore del 12 settembre, coinvolgendo vigili del fuoco, protezione civile e carabinieri. La sorella della vittima aveva diffuso numerosi appelli tramite i social network per sollecitare aiuto nelle ricerche.

La Procura di Tempio Pausania ha disposto pure il sequestro di un casolare di proprietà di Ragnedda nelle campagne tra Arzachena e Palau, dove sono partiti gli accertamenti tecnici da parte del Ris di Cagliari dopo le iniziali ammissioni dell’indagato. Sotto sequestro anche i terreni circostanti, alcuni veicoli e l’azienda vinicola Conca Entosa, fondata dallo stesso Ragnedda.

Le indagini si erano pure concentrate sull’analisi delle tracce raccolte e sui tabulati telefonici, cercando di ricostruire gli spostamenti della donna e degli indagati. 

La confessione

Dopo ore di interrogatorio, Ragnedda ha confessato l’omicidio di Cinzia Pinna: l’ammissione del delitto e l’indicazione precisa del luogo ove il corpo della donna era stato occultato, nella sua tenuta. E il successivo ritrovamento del cadavere.

Stretto riserbo su eventuali motivi indicati ai magistrati da Ragnedda circa il delitto. Anche i suoi avvocati difensori rinviano dichiarazioni sull’argomento.


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