Raid Israele a Jenin, si aggrava il bilancio delle vittime
Un uomo palestinese di 48 anni è morto per le ferite da arma da fuoco riportate durante la brutale operazione condotta ieri dall’esercito israeliano nella città di Jenin, in Cisgiordania, portando a sei il bilancio delle vittime degli scontri, fra le quali figura anche un ragazzo di 15 anni. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha aggiunto che altre cento persone sono rimaste ferite. Circa 22 verserebbero in gravi condizioni.
“Durante l’attività, si è verificato un massiccio scontro a fuoco tra le forze armate e uomini armati della zona. Un gran numero di ordigni esplosivi è stato lanciato contro le forze israeliane che hanno risposto”, si legge in una nota congiunta delle Forze di difesa israeliane (Idf) e della polizia di frontiera. Tel Aviv ha utilizzato anche un elicottero Apache.
Il governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha condannato con forza l’azione degli israeliani. L’Anp ha chiesto nuovamente alla comunità internazionale di “non rimanere in silenzio” e “non adottare un doppio standard”, perché questo “incoraggia il governo israeliano a compiere ulteriori uccisioni, distruzioni e atti di intimidazione contro il nostro popolo”. E “l’aggressione e gli assalti continueranno fino a quando le forze israeliane, il potere occupante, non saranno riconosciuti colpevoli dei crimini” commessi.
“Il nostro popolo risponderà a questa aggressione – ha sottolineato ancora il governo – Tutti i ministeri sono pronti a fornire il sostegno necessario alla popolazione a Jenin”.
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