Donald Trump e Benjamin Netanyahu hanno parlato al telefono due volte dopo l'operazione israeliana
Il Qatar ha incaricato un team di avvocati di valutare la sussistenza dei presupposti per intraprendere un’azione legale contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu per aver violato il diritto internazionale con il raid aereo condotto dalle Idf su Doha allo scopo di eliminare la leadership di Hamas. A riportare l’iniziativa è stata la Bbc, citando una fonte qatariota. La mossa lascia tanti dubbi sulla reale volontà dello Stato che si affaccia sul Golfo Persico di chiedere il conto a Israele. Netanyahu è già ricercato dalla Corte penale internazionale per le accuse di crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza.
L’attacco contro i vertici di Hamas
“Abbiamo preso di mira il capo negoziatore di Hamas Khalil al-Hayya perché ostacolava un accordo di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi a Gaza. Continuava a dire ‘Sì, ma’ durante i negoziati”, ha dichiarato il presidente israeliano Isaac Herzog al britannico Daily Mail.
Il capo della Casa Bianca Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno parlato al telefono due volte dopo l’operazione israeliana. Lo ha riferito un funzionario israeliano al Jerusalem Post, affermando che “i colloqui sono stati molto positivi”. Più di 10 missili a lungo raggio sono stati lanciati contro l’edificio in cui si trovavano i vertici del gruppo palestinese, da fuori lo spazio aereo del Qatar, ovvero da quello dell’Arabia Saudita o degli Emirati.
Le presunte garanzie israelo-americane al Qatar
Il Mossad e la Casa Bianca hanno garantito al Qatar che non ci saranno nuove incursioni israeliane nel suo territorio. “Il Mossad ci ha promesso che non attaccheranno più il nostro territorio dopo la minaccia di ieri”, ha rivelato un informatore citato dal Washington Post. Funzionari statunitensi hanno fatto sapere al WSJ che Israele ha messo a conoscenza gli Stati Uniti dell’attacco appena pochi minuti prima del lancio, senza rivelarne l’obiettivo. La dinamica non appare molto convincente se si considera che a sud-ovest di Doha sorge Al Udeid, la più grande base militare statunitense in Medio Oriente.
La richiesta di Mohammed bin Salman
La comunità internazionale deve agire per contrastare “l’aggressione israeliana”. Lo ha detto il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman parlando al Consiglio della Shura saudita, dove ha sottolineato che il suo Paese “respinge” l’atto ostile israeliano contro i funzionari di Hamas in Qatar e condanna la guerra in atto a Gaza. “Gaza è territorio palestinese e i diritti del suo popolo sono inalienabili e non possono essere violati da alcuna aggressione”, ha aggiunto MbS.
Ursula von der Leyen fa arrabbiare Sa’ar
Ursula von der Leyen ha scontentato per la prima volta Tel Aviv. La presidente della Commissione Ue, durante il discorso sull’Unione, ha annunciato la sospensione del sostegno bilaterale a Israele, il blocco di tutti i pagamenti in quei settori, e la proposta di sanzioni contro i ministri estremisti e i coloni violenti, oltre al congelamento parziale dell’accordo di associazione sulle questioni commerciali. Il ministro degli Esteri israeliano Sa’ar si è scagliato contro von der Leyen: “Sue parole inaccettabili, è propaganda di Hamas”.
Le imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla salperanno oggi da Siracusa per dare il via alla missione che le vedrà unirsi alle altre provenienti da altri porti con destinazione Gaza per portare aiuti umanitari alla popolazione.
I media arabi hanno dato la notizia di una nuova offensiva israeliana contro Sana’a, la capitale dello Yemen controllata dagli Houthi.