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Raisi nell’elicottero bruciato: la morte del presidente iraniano

di Angelo Vitale -

(FRAME)La Mezzaluna rossa iraniana afferma che tutti i passeggeri dell'elicottero del presidente Ebrahim Raisi sono morti. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Tass. ANSA/MEZZALUNA ROSSA ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING NPK


Un giallo internazionale per un giorno, poi la conferma: il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto nell’elicottero precipitato e bruciato in Azerbaigian.

Un giallo internazionale. Dal pomeriggio di domenica indiscrezioni altalenanti e notizie ogni volte superate da altre: la prima, domenica, per un’avaria che aveva costretto il velivolo (il primo di un convoglio di tre elicotteri) ad atterrare e il presidente a continuare il viaggio con altri mezzi. Poi, la notizia della scomparsa del velivolo dai radar, mentre i conduttori delle dirette sulla tv iraniana indossavano abiti scuri. Il presagio del lutto, l’invito da Teheran a pregare per la sorte di Raisi, mentre in alcune località del Paese venivano accesi fuochi artificiali per festeggiare la scomparsa del “macellaio” che fu membro della Commissione della Morte, il tribunale speciale che nel 1988 mandò a morte sommaria migliaia di dissidenti. Ancora, la notizia dell’individuazione del velivolo nei pressi del villaggio di Uzi, nella foresta di Arasbaran, nella provincia dell’est Azerbaigian e quella di un possibile collegamento telefonico con alcuni superstiti a bordo, in una situazione che per ore era stata ostacolata, nel dispiegamento dei soccorsi, quaranta team di risposta rapida erano impegnati nelle operazioni di ricerca, da una fitta nebbia su tutta l’area. L’invio di otto ambulanze verso il luogo dell’incidente.

La conferma della morte. Infine, la conferma. Con Ebrahim Raisi è morto sull’elicottero il ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian sono morti a causa dello schianto dell’elicottero sul quale viaggiavano. La conferma è arrivata dal vice presidente e attuale presidente ad interim Mansouri.

Già nel pomeriggio di domenica, Il leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei, che dopo aver rassicurato su una situazione per nulla turbata dall’eventuale scomparsa di Raisi, aveva convocato un incontro d’emergenza con il Consiglio di sicurezza nazionale, inviando verso Tabriz il vice presidente esecutivo Mohammad Mokhber e altri membri del governo. Mentre Israele, con l’emittente Channel 12, già anticipava il decesso di Raisi “secondo fonti occidentali”.

Chi era Raisi. Nato nel 1960 a Mashad, la seconda città più importante dell’Iran, Ebrahim Raisi venne eletto presidente al primo turno delle elezioni del 18 giugno 2021 con quasi 18 milioni di voti (il 61,9% delle preferenze). Era stato studente di teologia e giurisprudenza islamica della Guida Suprema, Ali Khamenei. Appena ventenne – sulla scia degli eventi della rivoluzione – venne nominato procuratore generale di Karaj, uno dei sobborghi di Teheran.

Procuratore capo della capitale dal 1989 al 1994, vice capo della magistratura dal 2004, poi procuratore generale, nel 2016 Raisi venne messo da Khamenei a capo della ‘Astan Quds Razavi’, una delle più grandi fondazioni religiose del Paese che sovrintende al santuario dell’Imam Reza di Mashad. Tre anni dopo divenne capo della magistratura. Fa parte dell’Assemblea degli Esperti, l’organo che elegge la Guida Suprema.

Sposato con Jamileh Alamolhoda, docente all’Università Shahid Beheshti di Teheran, e padre di due figlie, poteva vantare anche un legame di parentela (era il genero) con la guida della preghiera del venerdì a Mashad, l’influente ayatollah Ahmad Alamolhoda. Sanzionato dall’Amministrazione Trump per i suoi presunti abusi nel campo dei diritti umani, per l’opposizione all’estero era legato indissolubilmente alla cosidetta ‘commissione della morte’, un tribunale speciale voluto dall’ayatollah Khomeini in persona che nel 1988 condannò al patibolo – secondo il Center for Human Rights in Iran – migliaia di prigionieri politici iraniani.

Intervistato sulle purghe, Raisi negò qualsiasi coinvolgimento e alla sua prima conferenza stampa dopo le elezioni sostenne di aver “sempre” difeso i “diritti umani”. Assai più intransigente si mostrò verso gli attivisti dell’Onda Verde che nel 2009 protestavano contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad. “A coloro che parlano di ‘compassione islamica e perdono’, noi rispondiamo: continueremo ad affrontare i rivoltosi fino alla fine e – diceva – sradicheremo questa sedizione”.

Il 19 giugno, giorno della conferma della sua vittoria alle presidenziali, promise di fare del suo “meglio per migliorare i problemi della popolazione” e due giorni dopo rispose con un secco “no” a un giornalista che gli chiedeva se fosse disposto a incontrare il presidente americano Joe Biden.

La Costituzione iraniana prevede che ne assuma i poteri il primo vice presidente – che ora è Mohammad Mokhber – con l’approvazione della Guida Suprema, Ali Khamenei. Secondo la gerarchia politica della Repubblica islamica, il capo dello Stato è la Guida e il presidente è considerato il capo del governo ed il secondo nella linea di comando. La Costituzione stabilisce inoltre, con in carica il primo vice presidente, entro 50 giorni il Paese vada alle elezioni per eleggere un nuovo presidente.

Chi ha assunto la presidenza. Primo vice presidente dell’Iran dal 2007, Mohammad Mokhber, 68 anni, ha assunto la presidenza ad interim e la guida del governo di Teheran. Molto vicino al leader supremo dell’Iran il Grande Ayatollah Ali Khamenei, Mokhber fa parte di un consiglio formato da tre persone, insieme al presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf e al capo della magistratura, che organizzerà una nuova elezione presidenziale entro 50 giorni dalla morte del presidente.

Nato il primo settembre del 1955 a Dezful, Mokhber è diventato primo vicepresidente nel 2021 quando Raisi è stato eletto presidente. Mokhber faceva parte di una squadra di funzionari iraniani e di Pasdaran che a ottobre si sono recati Mosca e hanno accettato di fornire missili terra-superficie e droni Shahed all’esercito russo per portare avanti la guerra in Ucraina. In precedenza, Mokhber era a capo del Setad, un fondo di investimento legato al leader supremo. In quel ruolo aveva disposto di vendere e gestire le proprietà abbandonate negli anni successivi alla rivoluzione islamica del 1979.

In passato è stato a capo dell’Esecuzione dell’Ordine dell’Imam Khomeini (Eiko), presidente del consiglio di amministrazione della Banca Sina e vice governatore della provincia del Khuzestan. Possiede due dottorati di ricerca, inclusa una tesi di dottorato e un master in diritti internazionali. Ha prestato servizio come ufficiale nel corpo medico del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, i Pasdaran, durante la guerra Iran-Iraq.

Nel luglio del 2010 l’Unione Europea ha sanzionato Mokhber insieme ad altri individui ed entità per presunto coinvolgimento in “attività nucleari o missilistiche balistiche”. Due anni dopo lo ha rimosso dalla lista. Nel 2013 il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha aggiunto Setad e 37 società da esso supervisionate a un elenco di entità sanzionate.

Tutti gli occupanti dell’elicottero precipitato. Erano nove gli occupanti dell’elicottero sul quale viaggiava il presidente iraniano Ebrahim Raisi e che si è schiantato nella regione di Varzaqan durante il viaggio di ritorno dall’Azerbaigian orientale verso l’Iran. Oltre al ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, sull’elicottero viaggiavano anche il governatore dell’Azerbaigian orientale Malek Rahmati e il maggiore generale Seyed Mehdi Mousavi, capo della squadra di sicurezza del presidente. Sull’elicottero anche l’ayatollah Mohammad Ali Al-Hashem, dall’imam del venerdì di Tabriz e un membro del corpo Ansar al-Mahdi. Infine a bordo c’erano anche un pilota, un copilota e un tecnico, spiega l’agenzia di stampa Tasnim.

Le reazioni di Hamas e della Russia. Significativamente, da Hamas e dalla Russia le prime reazioni alla morte di Raisi. ”Dolore e tristezza” sono i sentimenti espressi da Hamas nel messaggio di ”sincere condoglianze” diffuso dopo la conferma della morte del presidente iranian, auspicando che il Paese possa superare “la dura prova”. Augura “forza” all’Iran l’ambasciata russa. Condoglianze anche dall’India e dagli Houthi.




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