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Re Carlo in Kenya: “Niente scuse per le violenze coloniali”

di Martina Melli -


Martedì scorso Re Carlo III, in visita in Kenya, ha fatto i conti con la difficile eredità colonialista britannica. Con il Paese che si avvicina al sessantesimo anniversario dell’indipendenza, il prossimo dicembre, il nuovo monarca ha sentito il bisogno di affrontare i “momenti più dolorosi” della lunga e intricata relazione tra madrepatria e colonia africana.

Durante un banchetto di stato tenuto in suo onore dal presidente del Kenya William Ruto, nella capitale Nairobi, Re Carlo ha dichiarato che “le malefatte del passato sono causa del più grande dolore e del più profondo rimpianto”. Ha anche riconosciuto gli “atti di violenza ripugnanti e ingiustificabili commessi contro i keniani” durante la loro lotta per raggiungere l’indipendenza, aggiungendo che “non ci possono essere scuse”.

“Per me è molto importante approfondire la mia comprensione di questi torti e incontrare alcuni di coloro le cui vite e comunità sono state così gravemente colpite”, ha continuato Charles. “Niente di tutto questo può cambiare il passato. Ma affrontando la nostra Storia con onestà e apertura possiamo, forse, dimostrare la forza della nostra amicizia oggi. E, così facendo, spero che potremo continuare a costruire un legame sempre più stretto per gli anni a venire”.

La rivolta dei Mau-Mau

Nel 1952 i combattenti per la libertà Mau Mau – originari della più grande tribù etnica Kikuyu del Paese – si ribellarono ai colonialisti britannici. Mentre l’impero lottava contro l’insurrezione in una delle sue colonie più importanti, l’amministrazione locale radunò migliaia di keniani e li sottopose a terribili torture inclusa la castrazione e la violenza sessuale. Secondo le stime della Commissione keniota per i diritti umani (Khrc) circa 100.000 persone in custodia furono torturate, mutilate o uccise nel corso di otto anni.

Ruto, pur definendo il dominio coloniale britannico “brutale e atroce” e la risposta dell’amministrazione “mostruosa nella sua crudeltà”, ha tuttavia elogiato il “coraggio esemplare e la prontezza” del Re nel riconoscere “verità tanto scomode”.

Dieci anni fa, il governo britannico pagò quasi 20 milioni di sterline a titolo di risarcimento per violazioni dei diritti umani a oltre 5.000 keniani e ammise di essere sinceramente pentito degli abusi storici, senza però assumerne la responsabilità. Questa visita è la quarta di Carlo nella nazione dell’Africa orientale e la prima in una nazione del Commonwealth dalla sua incoronazione.


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