Politica

Renzi: “Fuori i nomi, non le rose per perdere tempo”

di Alessio Gallicola -


“Si fanno le rose senza il coraggio di votare i nomi. Alla terza votazione per il Presidente della Repubblica non si fanno le rose, si votano i nomi: facciamo politica, non sondaggi d’opinione. Si perde tempo con una votazione al giorno (torniamo almeno a fare due votazioni al giorno). E manca la regia politica”. È netto il giudizio di Matteo Renzi sulle trattative che hanno caratterizzato la prima giornata del Romanzo Quirinale. Il leader di Italia Viva punta l’indice anche sulla mancanza di regia politica e lo fa con un parallelismo con la situazione che nel 2013 aveva portato al Napolitano bis. “Nel 2013 e nel 2015 il Parlamento era lo stesso. Nel 2013, i grandi elettori hanno fallito; nel 2015, i grandi elettori hanno scelto Mattarella. Il Parlamento era lo stesso, la platea era la stessa. Ma nel 2013 è mancata la regia politica. Allo stesso modo, manca oggi la regia politica, purtroppo. E i risultati si vedono”.

Le rose di nomi non piacciono neanche al senatore Marcucci del Pd. “La logica delle rose non mi appassiona, preferisco lavorare per il dialogo tra i due schieramenti. Il nome che unisce non è ancora uscito, a questo punto direi che si deve aspettare venerdì, ovvero la quinta votazione”.

Intanto Salvini resta coperto a proposito di un eventuale prossimo vertice con gli altri leader della maggioranza di governo. “Lavoro dalle 6 alle 24, il mio telefono è sempre acceso, Letta e Conte li ho già visti e li rivedrò, poi non è che tutti gli incontri che faccio li rendo noti”.

Il centrodestra è unito e lavora facendo sintesi. È il messaggio che Forza Italia invia ad alleati ed avversari attraverso Antonio Tajani, che assicura il lavoro “in perfetta sintonia con le altre forze del centrodestra, nessuno però ha dato deleghe in bianco. Salvini ha fatto un buon lavoro, noi abbiamo dato il nostro contributo”, ognuno ha fatto i suoi incontri e “poi abbiamo fatto tirato una sintesi”.

E intanto anche la seconda giornata è destinata a concludersi con un nulla di fatto.


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