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Revoca immunità per Ilaria Salis, la paura del ritorno in carcere: “Vivo giorni di terrore”

Martedì 23 settembre a Bruxelles si riunirà la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo

di Eleonora Ciaffoloni -


I prossimi giorni saranno decisivi per il futuro di Ilaria Salis, l’insegnante italiana diventata eurodeputata con Alleanza Verdi-Sinistra, che rischia di perdere l’immunità parlamentare e tornare a processo in Ungheria. Il 23 settembre, infatti, la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo si riunirà a Bruxelles per discutere la richiesta del governo ungherese di revocarle le tutele garantite dallo status di eurodeputata.

Perché Salis rischia il processo

La vicenda risale all’11 febbraio 2023, quando Salis venne arrestata a Budapest insieme ad alcuni giovani tedeschi con l’accusa di aver aggredito tre militanti neonazisti. Dopo mesi di carcere in condizioni denunciate come degradanti, ottenne i domiciliari. La sua elezione a Strasburgo ha sospeso il procedimento giudiziario, ma il governo di Viktor Orbán ha immediatamente chiesto la revoca dell’immunità, sostenendo che non possa valere come scudo contro le accuse.

Il procedimento prevede che la commissione emetta un parere motivato, che sarà poi sottoposto al voto dell’Europarlamento. Basterà la maggioranza semplice, mentre Salis non potrà partecipare al voto per conflitto di interessi. Anche se l’immunità fosse confermata, il processo ripartirebbe al termine del mandato.

Revoca immunità, le parole di Salis

Salis in merito alla possibile revoca dell’immunità ha espresso forte preoccupazione: “Sarebbe estremamente grave e irrazionale se il Parlamento europeo si piegasse alle pulsioni vendicative di Orbán e di un governo illiberale e anti-europeista”. Secondo Salis, una revoca equivarrebbe a consegnarla “a un processo-farsa orchestrato dal potere politico di un paese autocratico, dove è negata ogni possibilità di giusto processo”.

Il clima si è ulteriormente acceso negli ultimi giorni. Zoltán Kovács, portavoce del governo ungherese, ha pubblicato sui social le coordinate del carcere di Marianosztra, come messaggio diretto a Salis. In passato, aveva diffuso una fotomontaggio che la ritraeva in catene. Salis ha replicato accusando l’esecutivo ungherese di “agire in modo arrogante e vendicativo, l’esatto contrario di uno Stato di diritto”.

Il 23 settembre a Bruxelles si capirà se per Salis prevarrà la tutela dell’immunità o se dovrà affrontare il processo prima del termine del suo mandato.


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