Esteri

Ricatto all’Europa

Il capo del Cremlino avverte: “Non riuscirete ad isolare la Russia. Sanzioni minaccia per mondo intero”. Bruxelles propone i razionamenti e di “girare” gli extraprofitti ai governi

di Adolfo Spezzaferro -


Le minacce di Putin sul gas. Le pressioni su Erdogan per il grano. L’ombra cinese Le nubi sulla crisi della Ue si addensano. Proteste in piazza. Aziende in bilico.

La guerra del gas è entrata nel vivo, dopo che Mosca ha lanciato l’ultimatum – via le sanzioni altrimenti Nord Stream non riprenderà il flusso verso l’Europa – e che pure la Turchia di Erdogan ha condannato la Ue per la crisi causata dalle sanzioni, Vladimir Putin avverte l’Occidente: “Isolare la Russia è impossibile”. Così il presidente russo alla sessione plenaria dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok, puntando il dito contro l’idea di un tetto al gas. “Un tentativo futile e aggressivo che sta distruggendo l’economia globale e che fallirà”, si dice convinto, aggiungendo che anche la fiducia in dollaro, euro e sterlina sta venendo meno. Putin guarda all’Asia come mercato principale, mentre è pronto a ricattarci anche sul grano. In tal senso annuncia di voler proporre a Erdogan di limitare l’export di grano verso la Ue. A rischio dunque anche il recente accordo sull’esportazione di grano ucraino, ottenuto grazie alla mediazione della Turchia. Secondo Putin, alla fine soltanto il 3% dei carichi esportati dai porti ucraini sono stati destinati agli affamati del mondo: i governi occidentali, attacca il leader del Cremlino, “hanno ingannato brutalmente non soltanto noi, ma i Paesi africani” che più di tutti hanno bisogno di quel grano.
Intanto la Ue corre ai ripari. Un piano in cinque punti, compreso il tetto al gas russo, quello che la Commissione europea intende presentare ai Paesi membri per contenere gli effetti della crisi energetica.

Alla vigilia di una tanto attesa riunione dei ministri dell’Energia, l’esecutivo Ue presenta la sua ricetta, che poi è una pezza al buco causato dalle sanzioni contro Mosca. Tra queste spiccano, oltre alla richiesta alle imprese energetiche di riversare agli Stati membri i profitti in eccesso, anche obiettivi vincolanti di risparmio della corrente elettrica. Un piano Cingolani su scala Ue, per intenderci. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha spiegato che Bruxelles intende proporre ai governi “obiettivi vincolanti di risparmio dell’elettricità nei periodi di maggiore consumo”. La misura giunge dopo che, prima della recente pausa estiva, i 27 si erano messi d’accordo per risparmiare gas su base volontaria da agosto a marzo per un totale del 15 per cento. La seconda misura riguarda le società che non utilizzano il gas per produrre elettricità e che in questo momento, poiché il prezzo della corrente elettrica è legato al prezzo dell’oro blu, stanno godendo di profitti giganteschi. Bruxelles propone di riversare il denaro ai governi perché possano utilizzarlo per ridurre le bollette elettriche. Secondo il Financial Times, il tetto ai profitti di queste specifiche aziende dovrebbe basarsi su un prezzo massimo di 200 MWh. Una richiesta che spaccherà ulteriormente i Paesi Ue, già corsi ai ripari in ordine sparso. La Polonia, per esempio, la considera una misura fiscale e quindi da approvare all’unanimità. Nel nostro Pase invece ci sono alcuni esperti che ritengono una misura poco utili, visto che i costi di produzione delle rinnovabili sono elevati e che l’uso del gas nella produzione energetica nazionale resta prevalente. La terza misura prevedrebbe un contributo di solidarietà delle società petrolifere. Bruxelles inoltre – quarta misura – propone di aiutare i Paesi membri ad offrire garanzie statali alle utility costrette a pagare il gas a prezzi elevatissimi, 12 volte il costo di un anno fa. Infine, quinta e ultima misura, la Commissione intende mettere un tetto – ancora non meglio precisato – al prezzo del gas russo via gasdotto, e possibilmente a quello di altri Paesi importatori, anche via nave. Se le proposte dovessero essere accolte dai Paesi membri, Bruxelles dovrà renderle operative. Sempre se si troverà la quadra.Putin taglia corto: se la Ue metterà il tetto al gas e al petrolio russi, non ci saranno più forniture, semplicemente. Ma la von der Leyen replica che non vale più la pena ascoltare il presidente russo, “da lui solo ricatti”. E lo dice in virtù del fatto che Mosca ha già tagliato le forniture a diversi Paesi Ue. 


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