Ambiente

RICICLO DAY

di Angelo Vitale -


Giornata Mondiale del Riciclo, 18 marzo. Il Global Recycling Day, dal 2018, serve a fare il punto sulla corretta differenziazione dei rifiuti per guardare al futuro. Forse, davvero l’unica arma che ci è rimasta per provare a salvare la Terra. “L’Italia – questa la riflessione di Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – può dare un contributo importante alla sfida alla crisi in tanti settori in cui è già protagonista, a partire dall’economia circolare. Siamo il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti pari al 83,4% con una incidenza quasi il doppio rispetto alla media Ue e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi europei: risparmiamo 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e circa 63 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti”. E le cose che da anni accadono nel nostro Paese, aggiunge, non sono figlie di un Decreto: “Abbiamo costruito un sistema più efficiente: i rottami di Brescia, gli stracci di Prato, le cartiere della Lucchesia sono la risposta ad una necessità. Perché come è scritto nel Manifesto di Assisi, ‘affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro’”.
La ricorrenza suscita le stime dei Consorzi, le considerazioni e le indagini.
Per l’anno in corso il tasso di riciclo degli imballaggi rispetto all’immesso al consumo è previsto in crescita: il risultato nazionale dovrebbe raggiungere il 75%, l’equivalente di 11 milioni di tonnellate di pack avviati a riciclo. Lo fa sapere il Conai: un risultato che supererebbe di dieci punti percentuale quel 65% che l’Unione Europea chiede ai suoi Stati membri entro il 2025. Ovviamente, come sempre, la prudenza è d’obbligo. “Ma gli italiani si rivelano sempre più bravi nel differenziare correttamente i rifiuti – commenta il presidente Luca Ruini -. La crescita delle raccolte differenziate urbane e il contributo dei flussi commerciali e industriali potrebbero quindi sorprenderci”. “Dobbiamo continuare a impegnarci, soprattutto in vista dei nuovi obiettivi comunitari di cui Conai è garante per l’Italia – conclude Ruini – Il nostro Paese è già leader in Europa in questo settore, con un pro capite di riciclo degli imballaggi che ci vede al primo posto. Un primato che va difeso e che deve portarci a fare sempre di più. È necessario un cambio di paradigma: le nostre città devono essere viste come miniere urbane che producono risorse, non scarti”.
Le città come miniere. Un’immagine suggestiva ma corrispondente alla realtà, come L’identità racconterà meglio nei prossimi giorni, narrando le best practice dell’economia circolare negli spazi urbani. Dopo le stime di Conai, un’indagine di CoReVe, che recupera il vetro. Il cattivo di turno è un ragazzo tra i 18 e i 24 anni, del Sud, che vive in una città di oltre 250mila abitanti: secondo uno studio AstraRicerche, questo l’identikit dell’italiano medio che non compie una corretta raccolta differenziata del vetro perché non ne conosce i vantaggi economici e, soprattutto, le regole per fare la raccolta. Secondo il suo presidente Gianni Scotti, vanno incentivate le campagne informative ed educative.
Dice la sua anche Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi cellulosici. Secondo il suo 27esimo Rapporto Annuale, nel 2021 ogni italiano ha differenziato mediamente 60,8 kg di carta e cartone, un record mai raggiunto prima.

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