Rimini, rinviato il processo per l’omicidio di Pierina Paganelli
Tra circa un mese si torna in Aula: Louis Dassilva rimane al momento l'unico imputato
È stato rinviato al 20 ottobre il processo davanti alla Corte d’Assise di Rimini a carico di Louis Dassilva, unico imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trovata senza vita il 3 ottobre 2023 nel garage del suo condominio in via del Ciclamino, raggiunta da 29 coltellate. In quella data la Corte scioglierà la riserva sulle eccezioni preliminari presentate dai legali della difesa, Riario Fabbri e Andrea Guidi, e calendarizzerà le successive udienze.
Omicidio Paganelli, rinviato il processo: cosa chiede la difesa di Dassilva
Tra le questioni più delicate sollevate dai difensori figura la richiesta di nullità dell’interrogatorio in incidente probatorio di Manuela Bianchi, nuora della vittima e al tempo legata sentimentalmente a Dassilva. L’istanza nasce dal fatto che non sarebbe stata resa disponibile la videoregistrazione della deposizione. Qualora la Corte accogliesse la richiesta, la donna potrebbe essere chiamata a testimoniare direttamente in aula. Contestate inoltre le aggravanti della crudeltà e della premeditazione, considerate dalla difesa formulate in modo poco chiaro.
L’udienza si è svolta nell’aula “Falcone e Borsellino” del tribunale di Rimini. Dassilva è stato condotto dagli agenti di polizia penitenziaria e ha seguito i lavori accanto ai suoi avvocati. Prima di entrare nel merito delle eccezioni, la Corte ha affrontato la questione delle telecamere: il pubblico ministero Daniele Paci e i legali delle parti civili hanno espresso contrarietà alle riprese televisive. La presidente Casadei ha accolto la richiesta, sottolineando che la cronaca è comunque garantita dalla presenza dei giornalisti. Via libera soltanto a fotografie, previo consenso delle persone ritratte. In aula erano presenti i figli e i familiari di Paganelli, assistiti dagli avvocati Marco e Monica Lunedei e Alfredo Andrea Scifo.
La ricostruzione degli eventi secondo l’accusa
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Dassilva avrebbe atteso il rientro della donna la sera del 3 ottobre, approfittando dell’assenza di illuminazione nel seminterrato del condominio, e le avrebbe inferto numerosi fendenti, due dei quali risultati mortali. Per la Procura il movente è legato al rapporto extraconiugale con la nuora della vittima, elemento che configurerebbe l’aggravante dei motivi abbietti. Contestata anche la crudeltà per la violenza dell’azione.
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