Ambiente

Rinnovabili, l’Ue bacchetta l’Italia “Siete troppo lenti”

di Angelo Vitale -


Nel 2022 in Italia “la capacità nelle energie rinnovabili è cresciuta molto lentamente e la quota dei combustibili fossili nel mix energetico è rimasta significativa”. Per alcuni quasi la scoperta dell’acqua calda, solo a considerare uno sguardo d’insieme della situazione energetica attuale. Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sicuramente una nota di allarme e una sveglia. Per fare davvero sul serio dopo gli annunci e l’accelerazione imposta alle Commissioni che rilasciano le autorizzazioni. Lo sottolinea la Commissione Europea, nelle raccomandazioni per l’Italia pubblicate negli orientamenti del Semestre europeo. All’Italia si chiede di “procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione, in stretta complementarità e sinergia con il Pnrr”. E viene indicato il target per “ridurre la dipendenza dai combustibili fossili”, oltre a “snellire le procedure autorizzative per accelerare la produzione di energia rinnovabile aggiuntiva e sviluppare le interconnessioni elettriche per assorbirla”. La bacchettata è piena e argomentata: “In linea con il Pnrr, l’Italia ha semplificato il processo di autorizzazione, ma spesso modificando numerose norme precedenti e offuscando il quadro legislativo complessivo”. Servirebbe un Testo unico, per “rendere il quadro più trasparente e accessibile agli investitori”. L’accusa è rivolta a tutti i livelli amministrativi: “I quadri legislativi regionali sono disomogenei e incoerenti e le linee guida nazionali su cui le Regioni si basano per valutare le proposte progettuali sono superate. I piani energetici locali mancano di meccanismi forti per monitorare il raggiungimento degli obiettivi. Per attrarre investitori, sarebbe utile disporre di una procedura completamente digitalizzata per ottenere i permessi, soprattutto per le rinnovabili di piccola taglia, un accesso più facile alle informazioni sullo stato della rete e sulla disponibilità delle sottostazioni di connessione euna stazione appaltante centrale. Nonostante alcuni progressi, permangono ostacoli alla concorrenza per le concessioni idroelettriche, soprattutto a livello subnazionale”.
Centrale, nelle raccomandazioni Ue, l’attenzione alle famiglie svantaggiate e alla povertà energetica. Servono incentivi pubblici per le famiglie vulnerabili. E ritorna, nei suggerimenti all’Italia, lo spinoso argomento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano. Il patrimonio edilizio nazionale è per l’Europa rilevante “potenziale di efficienza energetica, considerando in particolare l’ampia percentuale di edifici vecchi e a basso consumo energetico. Ad esempio, nel settore residenziale, il 65% degli edifici ha più di 45 anni. Al momento, gli schemi di finanziamento non sono rivolti agli edifici con le peggiori prestazioni, alle famiglie a basso reddito e alle ristrutturazioni profonde. La maggior parte delle iniziative a sostegno della riqualificazione energetica degli edifici residenziali sono state a fondo perduto”. “Un quadro stabile di sostegno mirato – si osserva – potrebbe garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti”.
Ma poi anche una denuncia. Non vengono effettuati “controlli sui prodotti coperti da ecocodifica ed etichettatura energetica. Ciò genera serie preoccupazioni per la parità di condizioni tra gli operatori economici e l’incertezza sui livelli di conformità dei prodotti interessati, e quindi possibili risparmi energetici e di CO2 mancati”. Un ennesimo scandalo.


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