Cultura & Spettacolo

Rivals, la (serie) tv british anni ‘80 tra scandali, sesso e potere

di Eleonora Ciaffoloni -


Falsamente snob: la definirei così la nuova serie Rivals, disponibile su Disney+ dal 18 ottobre e diretta da Elliot Hegarty, Dee Koppang O’Leary e Alexandra Brodsky. Rivals non è solo il racconto di, appunto, rivali, ma è un affresco vibrante e controverso della televisione indipendente britannica di metà anni Ottanta. La storia è tratta dal secondo libro delle “Rutshire Chronicles” di Jilly Cooper e la serie, come il libro, miscela dramma, ironia e sensualità e sessualità, in un racconto corale che esplora rivalità personali e professionali, sullo sfondo delle tensioni tra emittenti pubbliche e private. La trama che si sviluppa in una contea immaginaria, ruota attorno a tre figure principali: Lord Tony Baddingham (David Tennant), magnate spietato e proprietario dell’emittente Corinium; Declan O’Hara (Aidan Turner), integerrimo presentatore irlandese sottratto alla BBC e passato alla Corinium; e Rupert Campbell-Black (Alex Hassell), ex campione olimpico trasformato in seduttore incallito, ma diventato ministro dello Sport del governo Thatcher.
L’intreccio tra i tre si trasforma in una gara a chi riesce a farla pagare più gravemente all’altro. Baddingham non vede l’ora di trascinare nel fango il deputato e anche Declan, che non ha simpatie per Rupert, cerca in tutti i modi di coinvolgerlo in un’intervista per farlo sfigurare davanti a milioni di spettatori. I loro destini si intrecciano con quelli di altri personaggi, tra cui Maud (Victoria Smurfit), moglie inquieta di Declan, e Taggie (Bella Maclean), la figlia dislessica che catturerà un cuore di ghiaccio. Senza dimenticare la moglie di Tony, la signora Baddingham (Claire Rushbrook) e l’amante del magnate: la bellissima e bravissima produttrice Cameron Cook (Nafessa Williams).
Il risultato è un intreccio di alleanze, tradimenti e passioni esplosive, ma anche tante risate, qualche momento di imbarazzo e non pochi colpi di scena. Il punto di forza di Rivals è sicuramente il suo cast stellare, che offre interpretazioni sfaccettate, ma anche la capacità della serie di alternare momenti leggeri a riflessioni profonde, mantenendo sempre la tensione – tra curiosità e fasi concitate – sullo schermo. Degna di nota anche la grande attenzione ai costumi, al trucco e parrucco che rimandano anche con un breve sguardo ai pazzi anni ’80, accompagnati da una colonna sonora di grandi (grandissimi) successi. Ma non solo apparenza: tante tematiche come il maschilismo, la corruzione e il femminismo emergono con forza, rendendo il racconto più di una semplice soap opera, ma una serie che, un po’ sulla scia di Mad Men, rischia di diventare un cult. Per ultimo, ma non meno importante, il finale che, con il suo “colpo di coda” ci fa ben sperare in una seconda stagione.


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