Cultura & Spettacolo

Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio: “I Lunatici fanno parlare la gente vera”

di Nicola Santini -


Dal lunedì al venerdì tengono compagnia al numeroso popolo della notte con il loro programma, in onda su Rai Radio2: sono Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, i conduttori de “I Lunatici”, contenitore radiofonico effervescente, scanzonato e garbatamente irriverente. Un vero e proprio confessionale di un popolo di nottambuli che vaga spesso alla ricerca di una “casa” fino alle prime luci dell’alba. Oltre a parlare di temi di attualità, infatti, “I Lunatici” – vincitore nel 2019 del prestigioso “Premio internazionale dell’informazione Biagio Agnes” – è arricchito dagli interventi telefonici di numerosi personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport e della politica e dalle tante persone – di ogni fascia anagrafica, città e regione – che ogni notte raccontano storie di vita quotidiana. Giovani e anziani; genitori e figli; nonni e nipoti; e un popolo variegato, fatto di insonni, nottambuli, lavoratori notturni e personaggi pittoreschi. Tutti desiderosi di ascoltare e, quando è il caso, di farsi ascoltare. Non è un caso, quindi, che da ormai un anno “I Lunatici” – considerato un vero e proprio ‘cult’ – sia il programma radiofonico più ascoltato nella fascia oraria che va da mezzanotte alle quattro, consacrando Arduini e Di Ciancio come assoluti “dominatori delle tenebre”. Un servizio pubblico sempre acceso che, proprio grazie al modo empatico e affabile dei conduttori, è in grado di creare una community nel popolo delle ore piccole che diventa protagonista, smettendo di essere semplice ascoltatore o telespettatore.
Roberto e Andrea, “I Lunatici” è diventato in poco tempo un punto di riferimento per il popolo della notte: quali sono, a vostro avviso, gli ingredienti del successo della vostra trasmissione?
La verità. Noi siamo veri. Siamo persone normali che danno sul serio la possibilità a tutti di intervenire per parlare più o meno di qualunque cosa. Non siamo chiusi in un circoletto, non facciamo il programma per piacere a noi stessi. Ne “I Lunatici” non c’è niente di finto. Non ci sono personaggi preparati o copioni da seguire.
Il programma ha anche una finestra notturna su Rai2: come sta andando questo passaggio sul piccolo schermo?
Bene. Rai2 ci permette di ampliare il bacino d’utenza de “I Lunatici”. I dati, anche se non abbiamo un orario fisso di messa in onda, ci sembrano più che dignitosi. E poi teniamo fede al patto fatto con gli ascoltatori che ci seguono sin dalla prima ora. È bellissima la radio in Tv ma deve essere, appunto, la radio che va in TV. Non il contrario.
Ogni notte raccogliete tante storie di vita: qual è quella che ricordate con maggiore emozione?
Arrivano centinaia di chiamate ogni notte, è davvero difficile fare una scelta. Ci hanno colpito le chiamate di un signore che era diventato nonno da poche ore e che ha utilizzato il nostro programma come ‘segreteria telefonica’ per registrare un messaggio che avrebbe fatto sentire al suo nipotino quando sarebbe diventato adulto. E poi ci sono tantissime storie. D’amore. Di sofferenza. Di gioia. Di dolore. Di vita.
Tra i personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura che avete intervistato, invece, qual è quello che vi ha incuriosito di più?
Da noi in queste cinque stagioni su Radio2 sono intervenuti quasi tutti. Ci ha colpito la generosità di Eros Ramazzotti. La simpatia di Biagio Antonacci. La genialità di Checco Zalone. L’umanità di Claudia Cardinale. La grande disponibilità di Gigi Proietti. Un gigante che era felicissimo di intervenire ogni volta in cui lo chiamavamo.
Un personaggio che vorreste avere come ospite?
Se dobbiamo sognare, sogniamo in grande. Il Papa. O il Presidente Mattarella.
Una notizia che vi piacerebbe dare nel corso di quest’anno?
A partire dal 2020 abbiamo vissuto in diretta le notti della pandemia e del coprifuoco. Così come quelle del dolore e della paura. Oggi ci piace ricevere telefonate di chi torna da un concerto, da una cena fuori, dallo stadio, da un teatro, dalla visione di un film al cinema. Ecco, la normalità ci è mancata talmente tanto che ora vogliamo tenercela ben stretta.

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