Attualità

Hot parade

di Redazione -


Sale: Roberto Vannacci. Tutti pazzi appresso al generale. Roberto Vannacci si presenta al nuovo podcast di Fedez, che s’è messo a parlare male di Beppe Salah, ineffabile sindaco di Milano, faro dei progressisti di tutta l’Italietta che piace alla gente che si piace da sola, lo accoglie con una canna in mano mentre la di lui moglie (di Vannacci, non la Ferragnona) asserisce che in casa comanda lei e che il generale è suddito del matriarcato e se parla finisce pure a rapporto. Il mondo al contrario, appunto.

Stabile: Leoncavallo. Oh no. A Milano sgomberano il centro sociale Leoncavallo. Ma s’alza indomito un appello per evitarne la chiusura. Da parte dei residenti? No. Da parte dei milanesi? No. Le comunità di immigrati, di gente comunque beneficata? No. Persone a cui già mancherà un presidio sociale in mezzo a un quartiere? No. Da qualcuno in Italia, almeno uno? No. Ma dalla sindaca di Barcellona, quella che caccia i turisti dalle Ramblas e che altrimenti non avrebbe appoggi se capitasse a Milano e prenotare un Air bnb sarebbe troppo. Muy bien.

Scende: Beppe Grillo. Un funghetto, trallallà. Due funghetti, trallallà. Tanti funghetti ma ancora più voti contro alla ri-conta del M5s. Beppe Grillo perde e toglie il disturbo in stile Truman Show. Ci mancavano solo le monetine, sostituite da una valanga di voti online. Il parricidio è compiuto. Giuseppi Conte, ora, è un uomo solo al comando. Di cosa, non è dato capire. Il Movimento come lo conoscevamo non c’è più. Una prece.

*di Simone Donati


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