Cronaca

Roma, boss stacca a morsi il dito al secondino e lo ingoia: rinviato a giudizio

di Ilaria Paoletti -

Carcere di Rebibbia ©imagoeconomica


Giuseppe Fanara, sessantaseienne boss di Cosa Nostra condannato all’ergastolo e detenuto da undici anni al 41bis nel carcere romano di Rebibbia, è stato rinviato a giudizio immediato con l’accusa di lesioni aggravate, lesioni gravissime e resistenza. Nel 2020, l’uomo ha infatti aspettato che l’agente di polizia penitenziaria di turno entrasse nella sua cella per poi prenderlo alle spalle, gettarlo a terra staccargli a morsi una falange del mignolo. Che ha poi ingoiato. Il boss è stato trasferito poi da Roma al carcere di massima sicurezza di Sassari in Sardegna, dove è attualmente recluso. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, la reazione brutale dell’uomo sarebbe stata una reazione alla notizia che non avrebbe potuto avere colloqui di persona con i suoi familiari a causa delle restrizioni per la pandemia da covid-19. Fanara è uno dei boss di Cosa Nostra finiti in carcere alla fine degli anni ’90. Secondo gli inquirenti è ritenuto responsabile, insieme ad altri mafiosi, di molteplici omicidi avvenuti in provincia di Agrigento tra gli anni Ottanta e Novanta. Quando ha aggredito bestialmente il secondino, stava scontando la pena dell’ergastolo presso il carcere di Rebibbia, in regime di carcere duro, quello previsto per chi è implicato in associazioni mafiose. Dopo l’assalto, ci sarebbero volute ore per fermarlo. L’agente vittima dell’attacco non ha potuto fare nulla per arginare la collera del detenuto: Fanara si sarebbe messo il suo dito in mezzo ai denti e l’uomo non sarebbe riuscito a levarlo in tempo. “Io a voi vi sgozzo come maiali”, avrebbe gridato agli altri agenti intervenuti per sedarlo.


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