Attualità

Roma marcia ancora, per la vita

Dopo due anni di sospensione torna l’evento clou italiano in favore della natalità. Cambiano quest’anno gli organizzatori e anche l’approccio alla tematica.

di Federico Cenci -


In marcia per affermare il valore di ogni vita, dal concepimento fino a morte naturale. Dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna quest’anno nelle strade del centro di Roma l’appuntamento cardine della galassia pro-vita italiana. L’insorgere del Covid è stato, tuttavia, foriero di importanti ristrutturazioni all’interno della cabina di comando di questa iniziativa. Non più Marcia Nazionale per la Vita, bensì Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita”. Cambia il nome, cambia il simbolo, cambiano gli organizzatori, cambia in parte anche l’approccio politico e culturale ai temi dell’aborto, dell’eutanasia, della crisi demografica. Nei mesi scorsi, in occasione del suo decimo anniversario, il Comitato Marcia Nazionale per la Vita annunciava per mezzo di una stringata nota la decisione di sciogliersi in quanto al suo interno «si è sviluppata una differenza insanabile di pensiero e strategie relativamente all’attività da svolgere» che ha causato «il venir meno della necessaria unità di intenti fra i componenti». Gole profonde del web affermano che la spaccatura sia dovuta alla questione etica dell’uso dei feti abortiti per la sperimentazione dei vaccini contro il Covid. Il dibattito sugli annessi e i connessi della pandemia avrebbe finito dunque per polarizzare e dividere anche gli appartenenti alla medesima area culturale, quella dei movimenti pro-vita più conservatori. Ma il Comitato della storica Marcia non ha accantonato del tutto le attività: alla vigilia del corteo nel cuore della capitale, ha organizzato la consueta adorazione eucaristica, che si tiene stasera nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. I vecchi organizzatori lasciano quindi un’impronta confessionale. Impronta che invece le nuove guide della Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita” hanno abbandonato, almeno nel simbolo: addio alla famiglia stilizzata sormontata da una croce, in ragione di un cuore rosso che abbraccia, attraverso uno strato di bianco, una V verde a mo’ di “spunta”. E nonostante gli organizzatori non facciano mistero del proprio legame con la Chiesa cattolica, si notano pochi riferimenti alla fede religiosa anche nel vasto e accattivante materiale di promozione dell’evento di domani, presentato con largo anticipo alla sede della Stampa Estera oltre due mesi fa. A proposito di riferimenti mancanti rispetto al passato, ce n’è uno che spicca più d’altri: non si legge il proposito chiave della vecchia Marcia all’abrogazione della legge 194 del 1978 che ha depenalizzato l’aborto in Italia, piuttosto si chiede «al Paese intero uno scatto di vitalità per superare l’inverno demografico», inoltre si contesta la «deriva eutanasica introdotta […] dal testo unico Bazoli sul suicidio assistito», che gli organizzatori auspicano venga affossato «o del tutto riformulato» in Senato. La manifestazione quest’anno si annuncia molto partecipata: oltre novanta le associazioni aderenti. Partenza alle 14 da p.zza della Repubblica, arrivo a p.zza San Giovanni, dove ci saranno testimonianze e interventi. Di nuovo in marcia a Roma, numerosi, per squarciare il velo di silenzio mediatico che avvolge il popolo pro-vita italiano.


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