Ambiente

Roma senza una discarica e la città affonda tra i rifiuti

di Rita Cavallaro -

Un cumulo di rifiuti fuori dai cassonetti in via del Quadraro, nel quartiere Tuscolano, dopo l'incendio scoppiato lo scorso mercoledì nella discarica di Malagrotta, Roma, 20 giugno 2022. ANSA / Gianni Fratarcangeli


La Capitale è alla prese con il conto alla rovescia, con un 2023 che finisce nel peggiore dei modi per il sindaco Roberto Gualtieri. A un passo dall’emergenza, l’Amministrazione sta cercando freneticamente con Ama una soluzione per liberarsi dai rifiuti che invadono le strade della città, dal centro alla periferia. Scene già viste, che non sono certo una novità i cassonetti ricolmi sui marciapiedi, ma se fino alla vigilia di Natale la cattiva gestione dei rifiuti poteva essere addebitata all’incapacità, ora diventa una questione strutturale.

Perché il devastante rogo che ha distrutto la discarica di Malagrotta ha ulteriormente complicato la situazione. In quell’impianto, infatti, ogni giorno venivano trasportate e trattate ben 650 tonnellate di indifferenziata, che ormai da due giorni si sono accumulate in strada. Una montagna enorme di monnezza, che non può essere nascosta come la polvere sotto il tappeto e che dovrà essere dirottata verso altri impianti. Eppure dal sindaco non è arrivata ancora una valida alternativa, impegnato tra cenoni e concerti di Natale e fiducioso che l’accordo pagato a caro prezzo, con buoni spesa e carburante, agli operatori ecologici disposti agli straordinari avrebbe salvato la città.

Non è andata così e il Comune e l’Ama ora stanno cercando di sopperire alla mancanza di impianti disponibili sul territorio con frenetici colloqui con altre regioni, perché fino a quando non sarà pronto il mastodontico termovalorizzatore di Roma, senza Malagrotta la Capitale non potrà smaltire le migliaia di tonnellate di indifferenziata dei romani. L’unica soluzione per scongiurare il caos è quella di portare la spazzatura negli impianti di privati del centro e del nord Italia, con i quali l’azienda municipale dell’Ambiente ha già contratti in essere, in particolar modo nei termovalorizzatori di Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. Un’operazione non da poco, sia sul piano organizzativo che su quello economico.

I nuovi accordi per il conferimento di centinaia di tonnellate al giorno, infatti, peseranno sulle casse di Ama ma anche la raccolta stessa subirà rallentamenti, che aggraveranno la situazione di perenne emergenza. Se finora i camion di rifiuti trasferivano l’immondizia dal centro di Ponte Malnome direttamente a Malagrotta, adesso gli stessi dovranno affrontare centinaia di chilometri, che allungano non solo il tragitto, ma dilatano i tempi, portando a ridurre il numero di giri di raccolta in città. E meno ritiri vuol dire più monnezza in strada, con conseguenze che si sono già materializzate come l’ultimo regalo di Gualtieri per i romani. Dal centro a Trastevere, da Monti a San Giovanni, da Centocelle alla Tiburtina è il delirio totale, con i cittadini imbufaliti per i cassonetti diventati discariche a cielo aperto.

“È inaccettabile che siano i romani a pagare questa inefficienza e che vengano presi in giro con annunci clamorosi che poi non hanno seguito”, dichiara il capogruppo della Lega capitolina, Fabrizio Santori, il quale ha annunciato che “chiederò una commissione Ambiente e Rifiuti urgente per capire quanto è costato l’accordo tra Ama e sindacati e perché non ha funzionato”. Santori ha poi puntato il dito contro l’immobilismo di Gualtieri: “Non mi risulta che in questi giorni dal Campidoglio si siano adoperati per sopperire al problema e il risultato è che Roma affonda sotto i rifiuti. Per chi ha responsabilità non esistono feste e noi della Lega abbiamo già chiesto un approfondimento con la Commissione Ecomafie per capire cosa è accaduto a Malagrotta”. Commissione che oggi farà un sopralluogo nell’impianto, sul quale la Procura ha aperto un fascicolo per incendio doloso.

“Ci sono non pochi aspetti della vicenda, compreso il susseguirsi di incendi nell’ex discarica, da mettere sotto la lente e da sviscerare”, ha detto il presidente della Commissione, Jacopo Morrone. “Credo sia da porre la massima attenzione e collaborazione per accertare le cause degli incendi e per accelerare la messa in sicurezza del sito”, ha aggiunto. L’incendio del 24 dicembre, infatti, è l’ultimo di una lunga serie. Già il 15 giugno 2022 era stato distrutto da un rogo il gemello Tmb2, sempre a Malagrotta. L’11 dicembre 2018 era stato distrutto da un rogo doloso il Tmb Salario e a marzo 2019 il Tmb di Rocca Cencia.


Torna alle notizie in home