Cronaca

Roma, sparatoria a Rocca di Papa: padre uccide l’assassino del figlio

di Eleonora Ciaffoloni -


Sparatoria nel cuore di Rocca di Papa, piccolo centro ai Castelli Romani a pochi chilometri da Roma. Diversi colpi di pistola sono stati sparati in pieno giorno, davanti al capolinea dei bus Cotral, e hanno allarmato la cittadina. Un uomo di circa sessant’anni ha sparato più volte alle spalle di un trentacinquenne, uccidendolo sul colpo. La vittima si chiamava Franco Lollobrigida, mentre il presunto omicida è stato identificato come Guglielmo Palozzi, padre di Giuliano Palozzi, giovane morto alcuni anni fa in seguito a una brutale aggressione, proprio per mano della vittima di oggi.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del gruppo e della compagnia di Frascati e della stazione locale di Rocca di Papa, giunti rapidamente sul posto insieme a diverse ambulanze del 118, si tratterebbe di un delitto maturato nel solco della vendetta privata. Dopo aver visto Lollobrigida nei pressi di un carrettino per la raccolta differenziata — lavoro che l’assassino svolgeva come operaio comunale — Guglielmo Palozzi avrebbe estratto una pistola e aperto il fuoco, colpendolo alle spalle con più colpi.

La vicenda che ha portato alla sparatoria e all’omicidio a Rocca di Papa

Il passato di Franco Lollobrigida è segnato da un evento drammatico. Nel gennaio del 2020, in via di Frascati, a Rocca di Papa, il trentacinquenne era stato protagonista di una violenta lite con Giuliano Palozzi, figlio di Guglielmo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la lite sarebbe nata per un banale debito di soli 25 euro. Lollobrigida avrebbe colpito il giovane con un pugno violento tra naso e zigomo, facendo perdere l’equilibrio a Giuliano e provocandogli gravi lesioni. Il ragazzo, allora trentatreenne, finì in coma e, dopo cinque mesi di ricovero all’Umberto I di Roma, morì nel giugno dello stesso anno.

Durante il processo per quell’episodio, Lollobrigida aveva ammesso di aver colpito il giovane Palozzi, ma aveva sempre sostenuto di essersi difeso: “Ho visto Giuliano estrarre un’arma, o almeno qualcosa che mi sembrava una pistola, forse un coltello, qualcosa di metallico” aveva dichiarato in aula. Secondo la sua versione, sarebbe stato un gesto istintivo, un pugno sferrato per evitare un’aggressione. “Dopo di me – aveva detto – potrebbero essere arrivati altri. Io non avevo sangue addosso, né sui vestiti né sulle mani. Per ridurre un uomo in quelle condizioni serviva molto più sangue”.

Giuliano Palozzi era molto conosciuto in paese e la sua morte scosse profondamente i familiari, in particolare il padre Guglielmo, che da allora – secondo alcune testimonianze – non si sarebbe mai ripreso del tutto dal dolore.

A distanza di anni da quell’evento tragico, oggi il dramma si è chiuso con un nuovo, altrettanto tragico epilogo. Guglielmo Palozzi, incrociato Franco Lollobrigida nel centro del paese, avrebbe preso la decisione di farsi giustizia da solo. Dopo aver sparato diversi colpi di pistola alle spalle dell’uomo, è stato fermato poco dopo in via Roma dai carabinieri, che lo hanno trovato ancora armato e lo hanno tratto in arresto.

Il luogo dell’agguato, il capolinea Cotral, è solitamente frequentato da studenti, pendolari e anziani. Molti testimoni, visibilmente scossi, hanno assistito alla scena e riferito di aver udito chiaramente i colpi di pistola e visto l’uomo cadere a terra accanto al suo carrettino per la raccolta dei rifiuti.


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