Sala indagato, il “terremoto Milano” non si ferma
La Procura sostiene che sul "sacco" della città contestato a Tancredi, Catella, Marinoni e Boeri ci fosse forte "sintonia" del sindaco
E’ indagato anche il sindaco Giuseppe Sala nel nuovo filone dell’inchiesta sull’urbanistica che ieri ha portato la Procura del capoluogo lombardo a chiedere al Gip sei arresti, tra cui quelli ai domiciliari dell’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, Giancarlo Tancredi, e dell’immobiliarista Manfredi Catella.
Sala indagato
Il sindaco è indagato per le ipotesi di “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone” per la riconferma di Giuseppe Marinoni (per lui la Procura ha chiesto il carcere) alla presidenza della Commissione paesaggio e “concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità” nell’ambito del progetto sul ‘Pirellino’ di Catella e dell’architetto Stefano Boeri, anche lui indagato.
Le richieste di dimissioni
E montano le richieste di dimissioni. “Sì, Sala si deve dimettere” ha detto Galeazzo Bignami, presidente dei deputati di Fdi, ospite di 24 di sera news” a chi gli chiedeva se il sindaco d Milano dovesse fare un passo indietro alla luce dello scandalo sull’urbanistica della città. “La risposta è sì – diceva quando non erano ancora chiare queste accuse – ma non perché Sala è indagato, visto che non è coinvolto nell’inchiesta ma perché questo sistema di potere purtroppo sta corrodendo Milano e quando ci sono queste situazioni la cosa migliore è restituire la parola agli elettori”.
La “sintonia”, le pressioni di Boeri
La Procura ritiene che ci fosse una forte “sintonia” e collaborazione tra Sala e Tancredi. In particolare, Tancredi avrebbe esercitato pressioni su Sala per la riconferma di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio del Comune di Milano nel dicembre 2024, nonostante Marinoni fosse già sotto indagine per conflitti d’interesse legati a incarichi ricevuti dalla Coima e da altre società di costruzioni.
Dalle intercettazioni emergerebbero inoltre contatti e presunte pressioni anche da parte dell’architetto Stefano Boeri e di altri imprenditori, sempre veicolati tramite Tancredi e, secondo la Procura, con la complicità o sintonia del sindaco Sala. Le pressioni riguardavano, in particolare, il progetto del cosiddetto Pirellino, per il quale la Commissione Paesaggio prima aveva dato parere negativo, poi lo avrebbe modificato in favorevole condizionato, proprio in seguito a queste dinamiche.
Le reazioni di Sala
Beppe Sala, raggiunto dalla notizia dell’indagine, ha respinto con forza ogni accusa, definendo “allucinante” il metodo e sostenendo di non aver mai esercitato pressioni né avuto rapporti diretti con Marinoni. Ha inoltre ricordato che il Comune è tuttora in contenzioso con la società Coima per la questione del Pirellino, segnalando la complessità delle trattative e l’assenza di ogni tipo di “induzione indebita”. Anche rispetto alla nomina di Marinoni, Sala ha dichiarato che il rapporto tra il sindaco e la Commissione sarebbe stato pressoché nullo.
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