Esteri

Scontro Thailandia-Cambogia, Cina e Ue per la de-escalation

di Ernesto Ferrante -


Un civile cambogiano è stato ucciso e altri cinque sono rimasti feriti in attacchi transfrontalieri da parte della Thailandia. Lo ha riferito all’Afp Meth Meas Pheakdey, portavoce della provincia di confine di Oddar Meanchey, precisando che la vittima è un uomo di 70 anni.

Non si esclude la guerra

Il primo ministro ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai, ha lanciato l’allarme: gli scontri transfrontalieri “potrebbero sfociare in una guerra”. “Se dovesse degenerare, la situazione potrebbe sfociare in una guerra, anche se per ora si limita agli scontri”, ha dichiarato ai giornalisti.

La Farnesina segue con attenzione gli eventi

Le schermaglie tra Bangok e Phnom Penh sono seguite con attenzione dall’Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’ambasciata italiana a Bangkok hanno assicurato che stanno monitorando la situazione.

Sul sito “Viaggiare sicuri” è scritto che “i confini terrestri” tra i due Paesi “sono temporaneamente chiusi” a causa degli scontri a fuoco a cavallo della frontiera nelle province thailandesi di Surin e Sisaket”. Si raccomanda “ai connazionali di esercitare la massima cautela, astenendosi da visite nelle zone interessate dagli scontri, di attenersi scrupolosamente alle disposizioni impartite dalle Autorità locali tramite i canali ufficiali e di monitorare la situazione attraverso i media”.

Cina e Ue esortano le parti alla moderazione

“Forte preoccupazione” è stata espressa da Pechino. I duellanti sono “amici della Cina e membri importanti dell’Asean”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun. La superpotenza, ha garantito, “svolgerà un ruolo costruttivo per promuovere la de-escalation”.

Anche l’Ue ha esortato le parti ad abbassare il livello del conflitto. “L’Ue è profondamente preoccupata per l’aumento delle tensioni al confine e dalle notizie di vittime civili. Invitiamo entrambe le parti ad allentare le tensioni e a risolvere le controversie tramite il dialogo e altri mezzi pacifici, in conformità con il diritto internazionale”, ha fatto sapere un portavoce della Commissione Ue.


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