Salis salva con il giallo, il voto ballerino e il “no” di Metsola
Il caso del voto contestato che avrebbe inguaiato l'europarlamentare Avs
Sostegno a Ilaria Salis
Si tinge di giallo la votazione che ha salvato per un pelo (e per un voto) Ilaria Salis dal processo in Ungheria; guarda un po’ la combinazione: la scheda elettronica del deputato, per giunta del Ppe, non funziona e la presidente del Parlamento Roberta Metsola non gli avrebbe consentito di esprimere un voto valido. Che, quantomeno, avrebbe potuto portare il conteggio in parità. E avrebbe revocato all’eurodeputata italiana della sinistra radicale l’immunità parlamentare.
Salis, Metsola e il giallo della scheda
Un vero e proprio giallo. Il deputato Markus Ferber, esponente della Csu bavarese eletto nel Ppe, ha lamentato durante le votazioni un malfunzionamento della sua scheda elettronica. Ha chiesto, dopo aver verificato il disservizio, di poter ripetere il voto. Cosa che la presidente dell’Eurocamera, la “collega” del Ppe Roberta Metsola, gli ha negato. Quel che fatto, è fatto. Si aveva, evidentemente, fretta di chiudere la partita. Che adesso è finita ma su cui incombe quel mistero che farà scaturire polemiche a mai finire.
Baci e abbracci
Il verdetto dell’Aula è stato salutato dalla sinistra con rumorose manifestazioni di giubilo. Ilaria Salis è salva, giallo o non giallo. È bastato un voto per fare uno scherzetto niente male a Viktor Orban. Che, peraltro, ha dovuto incassare (con margine ben più alto) la conferma dell’immunità pure per Peter Magyar, leader dell’opposizione a Budapest che si candida a scalzare proprio Orban dalla guida del governo ungherese. E i sondaggi, sussurrano, lo danno pure in vantaggio.
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