Salvini assolto “perché il fatto non sussiste”: “Non è un reato difendere l’Italia”
La sentenza del processo Open Arms nell’aula bunker del carcere di Palermo: Matteo Salvini assolto “perché il fatto non sussiste”. Giulia Bongiorno è dura: “Non è una sentenza contro i migranti, ma contro chi sfrutta i migranti. Una sentenza senza se e ma”. “Sono felice – dice Salvini -, dopo tre anni. Ha vinto l’Italia, è un diritto difenderla. Una bellissima giornata per il nostro Paese. Non è un reato difenderlo da un’invasione organizzata e finanziata”.
“Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine. Una grande notizia l’assoluzione di Matteo Salvini. Proseguiamo insieme, con tenacia e determinazione, per combattere l’immigrazione illegale, il traffico di essere umani e difendere la sovranità nazionale. Evviva!”. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni, commentando l’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms.
LA GIORNATA A PALERMO
Il vicepremier Matteo Salvini è arrivato per primo all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo per l’ultima udienza del processo Open Arms, in attesa della sentenza prevista per oggi. Il vicepremier è giunto in aula con l’avvocata Giulia Bongiorno, la sua legale. “Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto, ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato le immigrazioni di massa e qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese. Rifarei tutto quello che ho fatto e entro in questa aula orgoglioso del mio lavoro”. Così il leader della Lega e vicepremier prima di entrare.
E’ arrivato al bunker del carcere Pagliarelli di Palermo anche Oscar Camps, il fondatore della ong spagnola che nell’agosto del 2019 soccorse i 147 migranti rimasti a bordo per quasi due settimane dopo il no allo sbarco dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
I giudici di Palermo del processo Open Arms, che vede imputato il vicepremier Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, non entreranno subito in Camera di consiglio. I pm che rappresentano l’accusa nel processo e che hanno chiesto per Salvini la condanna a sei anni di carcere, faranno “brevi repliche”, dopo l’arringa difensiva ad opera dell’avvocata Giulia Bongiorno dello scorso 18 ottobre, legale di Salvini. Sarà un intervento in punta di diritto in cui la procuratrice Marzia Sabella, che rappresenta l’accusa con i pm Geri Ferrara e Giorgia Righi, spiegherà perché secondo la Procura Salvini dovrebbe essere condannato per non avere permesso, nell’agosto de l2019, lo sbarco di 147 migranti al porto di Lampedusa.
Lo scorso 14 settembre, al termine della requisitoria, la Procura chiese sei anni di carcere affermando: “Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare”. Secondo l’accusa “le posizioni e le scelte del ministro Matteo Salvini diedero luogo a un caos istituzionale, una situazione che avrebbe portato ad approntare soluzioni di fortuna. A ritrovarsi in una condizione di estrema difficoltà fu la Guardia costiera che non poteva premere su un ministero da cui non dipendeva”. Ma i pm hanno anche sottolineato che questo “non è un processo politico, bensì basato sugli atti amministrativi”.
Ieri sera, arrivato a Palermo, Salvini aveva fatto una diretta sui social in cui ha annunciato: “In caso di condanna ricorreremo in appello perché la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me, ma al Paese”.
Tra il pubblico nell’aula bunker del carcere Pagliarelli c’è anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Presenti anche il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon e l’ex eurodeputata leghista Annalisa Tardino. a Palermo in aula anche Massimo Casanova, ex europarlamentare leghista e proprietario del Papeete Beach di Milano Marittima, da Salvini scelto come luogo di villeggiatura nel 2019 ma pure di azione politica. Lì si consumò, tra tante dichiarazioni e conferenze stampa, l’uscita della Lega dal primo governo Conte ove Salvini era ministro dell’Interno, decretando di fatto la caduta dell’esecutivo.
“La difesa di Matteo Salvini ha fornito nella memoria depositata una lettura non in linea con le risultanze probatorie”. Sono iniziate con queste parole le repliche della procuratrice aggiunta di Palermo Marzia Sabella. “Si sostiene nella memoria” depositata dalla difesa di Matteo Salvini “che l’autorizzazione allo sbarco dei minori” dalla nave spagnola Open Arms “non competeva al ministro ma alla prefettura” e questo “viene desunto da due esami testimoniali”, dice. “Peccato che lo stesso prefetto di Agrigento di allora, Caputo, ha dichiarato in aula che l’autorizzazione allo sbarco provenisse dal ministro. Peccato che è lo stesso imputato a sostenere la competenza sui minori”. “I minori non erano più alla frontiera ma in acque nazionali- prosegue Sabella – quindi avevano diritto a sbarcare. Inoltre, si omette di dire che il Tribunale di Catania ha trattato la questione dei tempi dello sbarco dei minori e non del diritto”. “Si fa confusione tra la capienza massima, di circa 300 persone, e la capacità di omologazione per i servizi a bordo di di Open Arms, che era invece per 19 persone, ovvero l’equipaggio – ha aggiunto -. Altra cosa è la vivibilità di 147 persone su una nave attrezzata per 19 persone. Ma il caso Open Arms è diverso da tutti gli altri. Qui viene emesso il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, in questo caso entra autorizzata da autorità giudiziarie, qui era avvenuto accordo di distribuzione e non vi erano ragioni di sicurezza nazionale che impedissero lo sbarco. Di queste peculiarità e non di altro si deve occupare questo dibattimento e per questo insistiamo nelle nostre richieste“.
Durante una breve pausa dell’udienza Open Arms di Palermo, in attesa delle controrepliche dell’avvocata Giulia Bongiorno, il ministro Giuseppe Valditara e l’ex eurodeputata Annalisa Tardino hanno raggiunto il ministro Matteo Salvini in aula. Valditara si è avvicinato a Salvini e lo ha salutato baciandolo.
Dopo le repliche del pm e le contro repliche della difesa di Matteo Salvini, i giudici del processo Open Arms sono entrati in camera di consiglio per emettere la sentenza. Il presidente della Corte Roberto Murgia ha detto che i giudici non usciranno dalla camera di consiglio prima delle 18.
Passeggiata per le vie della città di Palermo per Matteo Salvini e la fidanzata Francesca Verdini dopo il pranzo in un noto locale di via Principe di Belmonte. Il ministro dei Trasporti ha raggiunto a piedi piazza San Domenico, dove c’è il Pantheon con le spoglie del giudice Giovanni Falcone. Che era chiuso. Di fronte c’è la Rinascente dove Salvini si è fermato con alcune commesse che gli hanno chiesto di fare dei selfie.
Matteo Salvini e l’avvocata Giulia Bongiorno sono appena tornati all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo in attesa della sentenza del processo Open Arms. Secondo quanto si apprende i giudici usciranno dalla Camera di consiglio non prima delle 19.30.
“In alcun modo, nella maniera più assoluta. Non so quale sarà, ma non influirà in nessun modo”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Caivano per partecipare al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha risposto a un cronista sui potenziali effetti della sentenza.
Intorno alle ore 19.30 il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia è appena arrivato all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo per assistere alla sentenza del processo Open Arms che sarà emessa a breve: con de Lucia anche il procuratore aggiunto Marzia Sabella e i pm Geri Ferrara e Giorgia Righi.
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