Politica

SALVINI (‘O MALAMENTE) SI ”INCARTA” ISSO (DRAGHI)

di Redazione -


La sceneggiata napoletana nei primi anni del secolo scorso ebbe un notevole successo. Ora, si replica anche a … Palazzo Chigi. Perché di sceneggiata si tratta, quella mandata in scena da Matteo Salvini per distrarre l’attenzione dalla batosta elettorale subita dalla Lega sul voto nelle grandi città. Nella rappresentazione teatrale i personaggi in genere erano tre: Isso, Essa e ‘o Malamente. Nella trasposizione governativa “Isso” potrebbe essere il Presidente dei Consiglio Mario Draghi, “Essa” la politica italiana e Salvini ovviamente “ ‘o Malamente”. Ma snoccioliamo il copione con ordine. A risultati ufficializzati, il segretario della Lega si è a lungo arrabattato sul come distogliere l’attenzione per il clamoroso flop del suo partito. Poi, ha “pensato” (sic) bene di puntare in alto, alzando il tiro proprio sul Capo del Governo “responsabile” di voler aumentare le tasse. Salvini ha giocato una carta di grande effetto sapendo bene che avrebbe avuto immediatamente facile presa sui giornali e sull’opinione pubblica. E così per 48 ore non si è parlato di altro e delle possibili ricadute sul governo. Ma il “Felpa” era cosciente della pretestuosità delle sue accuse, ricordava perfettamente le assicurazioni pubbliche di Draghi che le tasse non sarebbero aumentate, che non c’era all’orizzonte alcuna patrimoniale e che nessuno avrebbe toccato il catasto. Ma a lui la “verità” non interessava, serviva “fare ammuina”. E così intima a Giancarlo Giorgetti di dileguarsi, ordina ai suoi ministri di disertare la riunione di governo già programmata e manda il povero Massimo Garavaglia a spiegare i motivi dell’assenza della delegazione leghista alla Cabina di regia e al successivo Consiglio. Ancora poche ore e poi l’inevitabile incontro con il Presidente del Consiglio che non ha potuto non ribadirgli quanto più volte detto. Era quello che Salvini si attendeva per uscire trionfante da Palazzo Chigi (ma non sarebbe potuto accadere diversamente) e annunciare che le divergenze erano state superate e che la Lega avrebbe ripreso il suo posto nel governo. Ma il Segretario è andato oltre: si è imposto come unico interlocutore della Lega, di fatto ha silurato il capodelegazione Giorgetti, ha annunciato la “novità” di incontri settimanali con il Presidente del Consiglio e si è intestato le riaperture post Covid. Quest’ultima, probabilmente, è la vera e unica concessione strappata a Draghi nell’ora di colloquio. Di altro, che cosa si siano detti, non è dato sapere e nessuno dei due ha interesse a rivelarlo. Ma certamente non hanno parlato del tempo. Forse non è azzardato ipotizzare di nomine che da qui alla fine dell’anno il Governo dovrà varare. Sarà vero? Lo vedremo tra qualche settimana. Una cosa è comunque certa: la sceneggiata salviniana ha “piegato” l’algido Draghi che da oggi ha una Lega ancora più di lotta e dovrà incontrarsi anche con gli altri segretari della sua composita maggioranza molto critici conle “sparate” di Salvini.

PdA


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