Politica

Intervista a Marcello Gemmato: “Serve una governance farmaceutica più moderna”

di Giuseppe Ariola -


Un nuovo modo di intendere la sanità, soprattutto per quanto riguarda l’erogazione e la fruizione dei servizi da parte dei cittadini, ma anche l’esigenza di raggiungere una governance farmaceutica più moderna ed efficace. Ne abbiamo parlato con il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.

Lei è un convinto fautore del modello della farmacia dei servizi. Cosa prevede in particolare il modello che ha in mente e quali iniziative immagina il governo per tradurlo in concreto?

“La farmacia dei servizi è una delle leve strategiche del ridisegno della sanità territoriale. Un nuovo modello organizzativo che punta a trasformare la farmacia: non solo dispensazione di medicinali, ma anche prevenzione, orientamento e prestazioni di bassa complessità. L’obiettivo è portare le cure più vicino ai cittadini, come loro stessi richiedono. Con la sperimentazione in atto già da anni è possibile effettuare in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale ECG, Holter pressorio e cardiaco, spirometrie, vaccinazioni, tamponi e screening. Con il DDL Semplificazioni vogliamo estendere il perimetro delle attività, includendo ulteriori servizi per un’offerta più completa e complementare con le cure territoriali”.

Che vantaggi offrirebbe ai cittadini questo modello?

“Il principale vantaggio è la prossimità, intesa non solo come vicinanza fisica, ma come capacità di intercettare i bisogni di salute delle persone nei luoghi della loro quotidianità. È questo il cuore del modello della farmacia dei servizi: una sanità che va incontro alle persone, soprattutto quelle fragili, che abitano nelle aree interne, nei piccoli comuni, nelle periferie urbane, dove la farmacia rappresenta spesso l’unico presidio attivo e continuativo. Con oltre 20.000 farmacie distribuite in modo omogeneo sul territorio nazionale, l’Italia dispone già di una rete capillare, affidabile, radicata nelle comunità. La nostra visione è renderla anche funzionale ai nuovi bisogni di salute della popolazione e garantire continuità nella loro presa in carico”.

E il Sistema Sanitario Nazionale, invece, in che modo ne gioverebbe?

“Rendere disponibili sul territorio prestazioni di bassa complessità significa ridurre la pressione su ospedali e ambulatori, permettendo alle strutture sanitarie di concentrare le risorse sui casi più complessi e urgenti. Per i cittadini questo si traduce in meno attese, meno spostamenti, meno burocrazia. Oggi chi deve effettuare un semplice test diagnostico, ritirare farmaci o prenotare una visita specialistica spesso deve affrontare code, viaggi e tempi lunghi. Con la farmacia dei servizi tutto questo può avvenire in modo rapido, vicino casa, in un ambiente familiare. Laddove la farmacia dei servizi è già stata sperimentata, si è registrato un abbattimento delle liste d’attesa fino al 20%, un risultato che dimostra come l’integrazione delle farmacie nella rete dei servizi territoriali alleggerisca il carico degli altri presidi sanitari, favorendo una presa in carico più tempestiva, e permetta di razionalizzare i costi gestionali, liberando risorse da reinvestire in assistenza”.

In considerazione delle risorse stanziate in Manovra per la sanità, come lei stesso ha detto, alla farmaceutica saranno destinati oltre 600 milioni in più. In che modo dovrebbero essere gestite questi fondi?

“Dei 4 miliardi di euro di aumento del Fondo Sanitario Nazionale previsti per il prossimo anno, circa 612 milioni saranno destinati alla farmaceutica. È una quota significativa, che riconosce il peso strategico del settore all’interno del SSN. Eppure, se guardiamo al quadro complessivo, su una spesa sanitaria di circa 136 miliardi di euro, solo il 15,30% è oggi destinato alla spesa farmaceutica, una percentuale che non cresce nonostante l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle cronicità e l’arrivo di nuove terapie ad alto valore clinico. Questo dato ci dice una cosa precisa: non basta finanziare, serve anche cambiare approccio. Serve una governance farmaceutica più moderna, sostenibile e proattiva”.

Queste maggiori risorse potranno portare benefici anche dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione?

“Sì, queste maggiori risorse rappresentano un’opportunità importante anche per la ricerca e l’innovazione nel settore farmaceutico. Investire in nuovi studi, tecnologie e sviluppo di terapie avanzate è fondamentale per migliorare la qualità delle cure e rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e con malattie croniche. Inoltre, sostenere l’innovazione favorisce la competitività dell’industria farmaceutica italiana, favorendo l’adozione tempestiva di soluzioni terapeutiche all’avanguardia, con un impatto concreto sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità del SSN”.

Eppure, l’opposizione continua a denunciare tagli al settore della sanità. Cosa risponde?

“Quella dei tagli è una narrazione che non trova riscontro nei fatti. I numeri dimostrano esattamente il contrario: con il Fondo Sanitario Nazionale ha raggiunto livelli record, passando da 128,7 miliardi nel 2023 a 136,5 miliardi nel 2025, con una previsione di 141,3 miliardi nel 2027. Questo incremento continuo e significativo dimostra che la sanità è stata, fin dall’inizio, una priorità per questo governo. Inoltre, non si tratta solo di risorse, ma di come vengono impiegate: abbiamo varato un piano concreto per abbattere le liste d’attesa, rafforzato il personale sanitario con nuovi stanziamenti e incentivi, potenziato l’assistenza territoriale e domiciliare, aggiornato i LEA, investito nella prevenzione e nella sanità digitale e garantito più sicurezza agli operatori sanitari. La realtà è che dopo anni di immobilismo, stiamo intervenendo con una visione sistemica, puntando a una sanità più moderna, efficiente e vicina ai cittadini. Chi oggi continua a parlare di tagli forse lo fa per nascondere ciò che non ha fatto quando avrebbe potuto”.


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