Salute

Sanità in rosso, negli ultimi dieci anni emorragia di ospedali e medici

di Ilaria Paoletti -

©imagoeconomica


Negli ultimi dieci anni gli istituti di cura sono diminuiti, passando da 1.165 a 1.054, con un taglio di circa 25mila posti letto di degenza ordinaria (da 215 mila a 190 mila). Non solo. Il personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale è diminuito di 42.380 unità e il definanziamento della sanità ha raggiunto i 37 miliardi. Le cosiddette Case di Comunità sono una ogni 50mila abitanti mentre i Distretti sanitari sono uno ogni 100mila abitanti.   E se infatti il PNRR stabilisce molto bene quante case o ospedali di comunità ci devono essere, nulla o poco dice per quanto riguarda il personale che dovrebbe in questi luoghi lavorare. Evitando così di affrontare un problema essenziale della nostra sanità, il numero inadeguato di operatori sanitari in rapporto alla popolazione: i medici specialisti ospedalieri sono circa 130mila, 60mila unità in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. In Italia, come evidenziato in un recente articolo pubblicato su The Lancet, l’emorragia dei camici bianchi riguarda anche i medici di medicina generale: sono circa 40.700, ma ogni anno 3000 vanno in pensione. Nel frattempo, assistiamo impotenti all’esodo di medici neolaureati e specializzandi, perché all’estero gli stipendi e le condizioni di lavoro sono nettamente migliori.


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