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Sanremo: è della Rai l’unica candidatura per l’organizzazione del Festival. Mediaset e Discovery non partecipano al bando

di Roberta Rizzo -


Al termine della procedura per la presentazione delle candidature relative all’organizzazione e alla trasmissione televisiva del Festival di Sanremo per il triennio 2026-2028, la Rai è risultata essere l’unica emittente ad aver partecipato al bando pubblico. Né Mediaset né Discovery, infatti, hanno aderito alla gara indetta dal Comune di Sanremo, come confermato dal sindaco Alessandro Mager.

Questa situazione rappresenta un punto di svolta significativo per il futuro del celebre festival della canzone italiana, soprattutto alla luce delle vicende giudiziarie che ne hanno caratterizzato la gestione negli ultimi mesi. A dicembre 2024, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Liguria aveva dichiarato illegittima l’assegnazione diretta del Festival alla Rai, stabilendo l’obbligo per il Comune di indire una gara pubblica per l’organizzazione e la trasmissione delle edizioni a partire dal 2026. La decisione era giunta a seguito di un ricorso che contestava il monopolio della Rai sull’evento, sostenendo la necessità di una gestione più trasparente e competitiva.

Nonostante la sentenza sfavorevole, la Rai aveva immediatamente manifestato la propria intenzione di difendere la posizione storicamente acquisita. Sottolineando il ruolo fondamentale svolto negli anni nella promozione e valorizzazione della musica italiana, l’azienda aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato per ottenere il riconoscimento della titolarità del format televisivo del Festival. Mentre il contenzioso legale è ancora in corso, la Rai ha comunque deciso di partecipare al bando pubblico, dimostrando di voler mantenere saldo il proprio legame con la manifestazione.

Il bando, pubblicato dal Comune, prevedeva che i soggetti interessati presentassero proposte progettuali per la gestione del Festival di Sanremo nelle edizioni del 2026, 2027 e 2028, con possibilità di estendere la concessione per altri due anni. Le specifiche tecniche indicavano la necessità di garantire la trasmissione in chiaro su tutto il territorio nazionale, nonché la produzione di contenuti multimediali e attività collaterali volte a promuovere l’evento anche sui canali digitali.

L’assenza di proposte da parte di altre emittenti, come Mediaset e Discovery, ha generato un certo stupore tra gli addetti ai lavori. In molti si aspettavano che almeno una delle due reti avrebbe manifestato interesse per un evento mediatico di tale portata, capace di attirare un’enorme audience televisiva e digitale. Tuttavia, pare che motivazioni di carattere economico e logistico abbiano pesato sulla decisione delle due aziende di non partecipare alla gara.

Si apre ora la fase di negoziazione tra il Comune di Sanremo e la Rai, come previsto dal bando. L’amministrazione comunale dovrà verificare la rispondenza dell’offerta presentata dall’emittente pubblica rispetto ai requisiti richiesti e valutare eventuali integrazioni o modifiche prima di procedere con l’assegnazione definitiva.

Qualora la candidatura della Rai venisse confermata, si tratterebbe di una continuità significativa per il Festival, che da decenni è sinonimo di programmazione televisiva nazionale firmata Rai. In caso contrario, si aprirebbe uno scenario del tutto nuovo, con l’eventualità di una riformulazione del bando o di un’assegnazione in via straordinaria.

Intanto, l’opinione pubblica si divide: da un lato, c’è chi considera la Rai come il naturale “custode” del Festival di Sanremo; dall’altro, si fa strada l’idea che una gestione alternativa potrebbe portare un rinnovamento necessario per un evento ormai consolidato ma, per alcuni, bisognoso di una ventata di novità.

Il Festival di Sanremo, da sempre uno degli appuntamenti più attesi e seguiti della televisione italiana, continua quindi a far parlare di sé, non solo per le vicende artistiche e musicali, ma anche per le complesse dinamiche legali e amministrative che ne influenzano il futuro.


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