Attualità

Scatti intimi rubati, il no al ricatto del Fdi Cocci

Lettere anonime, accuse e veleni rendono bollente la campagna elettorale per le Regionali in Toscana

di Angelo Vitale -


C’è una coda velenosissima del coinvolgimento della politica nello scandalo che da settimane è alimentato in riferimento a piattaforme che diffondono insulti sessisti all’indirizzo delle donne riprese in scatti intimi on raffigurate in foto pubbliche utilizzate per offenderle e diffamarle: dopo il caso del gruppo Facebook Mia moglie e e il caso Phica, stavolta a finire alla cronache è un uomo, Tommaso Cocci, consigliere e candidato del partito della premier Giorgia Meloni per il rinnovo del Consiglio regionale della Toscana che avverrà dopo le elezioni regionali che si terranno il 12 e 13 ottobre.

Chi è Cocci

Cocci ha 34 anni, è avvocato e capogruppo di FdI nel consiglio comunale di Prato fino allo scioglimento del governo cittadino nel giugno 2025 ed è considerato un astro nascente della destra locale.

Ha denunciato di essere stato vittima di un ricatto con foto intime rubate e minacce, che ora colpiscono la sua corsa elettorale e proverrebbero, secondo alcune ipotesi, dall’interno del partito o da rivali politici. Nonostante le accuse e il ricatto, Cocci ha però deciso di andare avanti senza frapporre particolari giustificazioni o contrattaccare smentendo, un comportamento non poco inusuale, specie nella politica.

Il ricatto

Le accuse a Cocci sono contenute in alcune lettere minatorie che lo accusano di pedofilia, uso di droga e presunti legami con la massoneria.

Cocci ha denunciato il ricatto, ha ammesso l’esistenza di una foto reale, definendola una “sciocchezza” personale, perché caduto in un adescamento online, ed ha anche ammesso l’iscrizione ad una loggia massonica – quella “Sagittario” già emersa nel corso delle indagini che hanno coinvolto l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci e condotto alle dimissioni della sindaca dem della città toscana, Ilaria Bugetti, accusata di averlo favorito – nella quale era “in sonno”. E la Procura di Prato indaga da mesi sulla vicenda, con sospetti su un collega che voleva danneggiarlo politicamente.


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