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Sciame sismico: torna la paura ai Campi Flegrei. Parlano gli esperti dell’INGV

di Eleonora Ciaffoloni -


Torna la paura ai Campi Flegrei: da ieri mattina attorno a mezzogiorno, uno sciame sismico ha iniziato a far tremare la terra in gran parte del territorio napoletano. Una giornata di forte tensione che è iniziata con la prima scossa, di magnitudo 4.4, registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia alle 12:07, con epicentro localizzato in mare, poco distante dal porto di Pozzuoli, a circa tre chilometri di profondità. Il sisma è stato chiaramente avvertito non solo nell’area flegrea, ma anche in molte zone della città di Napoli, dove in tanti si sono riversati in strada per lo spavento. L’attività sismica è proseguita per diverse ore con altre scosse minori, tra cui una di magnitudo 3.5 avvenuta poco dopo, alle 12:22, e almeno una ventina di scosse più leggere nel corso del pomeriggio. Le autorità hanno disposto in via precauzionale l’evacuazione di numerose scuole e sedi universitarie. È stato interrotto anche il servizio delle linee ferroviarie EAV e delle funicolari, mentre si sono moltiplicate le richieste di verifica su edifici pubblici e privati. A Pozzuoli, una delle aree più colpite, è crollato un edificio disabitato. Fortunatamente non si sono registrati feriti. Il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha rassicurato i cittadini confermando che le prime verifiche tecniche non hanno evidenziato danni strutturali gravi, anche se la situazione resta sotto osservazione. Dal punto di vista scientifico, i vulcanologi dell’INGV hanno seguito da vicino lo sviluppo dello sciame sismico. Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani, ha chiarito che “non ci sono segnali di una risalita del magma in superficie”, ma ha anche precisato che il fenomeno del bradisismo — cioè il sollevamento lento ma costante del suolo — indica “un’attività in corso nelle profondità dell’area vulcanica”. Anche Giuseppe De Natale, esperto dell’INGV, ha evidenziato come questi eventi sismici siano strettamente legati al bradisismo e ha segnalato che, sebbene il sollevamento del suolo sia ancora in atto, la sua velocità si è dimezzata rispetto ai mesi precedenti. Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha aggiunto che non ci sono indizi concreti che facciano pensare a un’eruzione imminente, ma ha ribadito la necessità di un monitoraggio costante e approfondito. Per questo l’allerta rimane alta, con le autorità e la comunità scientifica che continuano a lavorare fianco a fianco per garantire la sicurezza della popolazione.


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