Esteri

Scintille tra Israele e Siria. La leadership di Damasco accusa Tel Aviv di “violazioni aggressive”

di Ernesto Ferrante -


Tensione alle stelle tra Israele e la nuova leadership islamista che guida la Siria dalla caduta di Bashar al-Assad. Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa, Israel Katz, hanno annunciato che lo Stato ebraico ha condotto un raid “nei pressi del palazzo presidenziale” della capitale siriana.

“Questo è un chiaro messaggio per il regime siriano: non permetteremo l’invio di truppe siriane a sud di Damasco e nessuna minaccia nei confronti della comunità drusa”, hanno avvertito Katz e Netanyahu in un comunicato congiunto.

Tel Aviv ha deciso di intervenire dopo che centinaia di membri della comunità drusa nel nord di Israele hanno manifestato e bloccato strade chiedendo un intervento in Siria, dove nei giorni scorsi decine di persone sono rimaste uccise in scontri nelle aree a maggioranza drusa a sud di Damasco.

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché protegga le comunità druse, vittime di crescenti violenze da parte del regime di Abu Mohammad al-Jolani, al secolo Ahmad Husayn al-Shar’a, jihadista siriano a capo di Hay’at Tahrir al-Sham.

“Noi, popolo ebraico, sappiamo cosa significa essere una minoranza”, ha dichiarato Sa’ar durante un incontro con ambasciatori nella residenza presidenziale a Gerusalemme, sottolineando come il Medio Oriente sia una regione ostile per le comunità più piccole.

“Non si può continuare a ignorare ciò che accade da mesi in Siria”, ha aggiunto il ministro prima di sollecitare i governi a schierarsi “o con Israele, o con l’asse che vuole annientarla”, in quella che ha definito una battaglia storica.

Gli attacchi israeliani rappresentano “una pericolosa escalation” che ha “come obiettivo quello di destabilizzare il Paese e l’unità del popolo siriano”, ha affermato la presidenza siriana in una nota, sottolineando che “le autorità lavoreranno per prevenire qualsiasi minaccia alla sicurezza del Paese”.

La Siria “non scenderà a compromessi sulla sua sovranità o sulla sua sicurezza”, si legge ancora. Al-Jolani e i suoi hanno chiesto alla comunità internazionale e agli Stati arabi di sostenere la Siria nell’affrontare queste “violazioni aggressive”.

La presidenza siriana ha fatto sapere che le agenzie di sicurezza stanno conducendo le indagini e che le autorità continueranno ad adottare tutte le misure necessarie per contrastare qualsiasi minaccia. Ribadito l’invito a tutte le parti a impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione e a contrastare qualsiasi tentativo di prolungare la crisi o di ostacolare la ricostruzione e le riforme.

“L’Unione europea invita tutti gli attori coinvolti a rispettare l’integrità territoriale e la sovranità della Siria all’interno dei suoi confini. Invitiamo anche Israele a rispettare l’accordo del 1974 sul monitoraggio della zona delle Alture del Golan, così come la zona demilitarizzata, la cosiddetta buffer zone, che devono essere rispettate”. Lo ha detto un portavoce della Commissione durante il briefing giornaliero con la stampa.

L’Ue è “molto allarmata” anche per quanto riguarda gli sviluppi nella periferia della capitale siriana, nelle zone a prevalenza drusa di Jaramana e Sahnaya, dove una serie di scontri settari che hanno visto coinvolti anche uomini armati locali della minoranza religiosa hanno causato almeno 30 morti.

“Qualsiasi episodio di violenza e ogni mancanza nella protezione dei civili ci ricorda che tutti gli attori devono assumersi le proprie responsabilità nel far rispettare la legge e l’ordine in Siria. Devono agire a favore della stabilità, promuovere la riconciliazione e una giustizia duratura”, ha proseguito il rappresentante dell’organo esecutivo dell’Ue.

Bruxelles resta impegnata nel sostegno alla stabilizzazione della Siria, ma a patti e condizioni. L’allentamento progressivo delle sanzioni internazionali è “reversibile”, e si sta valutando quale sarà la prossima fase “sulla base della situazione concreta sul terreno”.


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