Esteri

Scontri in cisgiordania: due palestinesi rimasti uccisi 

di Mariagrazia Biancospino -


A pochi giorni dall’insediamento ufficiale del nuovo Governo di estrema destra di Netanyahu, ecco che i timori di mezzo mondo iniziano a diventare realtà.
Ieri, due palestinesi sono stati uccisi e tre sono stati feriti, in uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano a Kafr Dan, a nord di Jenin, in Cisgiordania. Il fatto ha avuto luogo durante un’operazione dell’esercito per la demolizione di due case di miliziani palestinesi individuati come responsabili dello scontro a fuoco, in cui, lo scorso settembre, fu ucciso il maggiore Bar Falah nel checkpoint di Jalameh, sempre vicino Jenin.
Le due vittime palestinesi sono state identificate come Mohammad Samer Houshieh, di 22 anni, e Fouad Mahmoud Abed di 25. Al Fatah, in un comunicato, ha reso omaggio ai due giovani che hanno perso la vita, accusando Israele di essersi “macchiato di un nuovo crimine”. Una situazione, quella del conflitto israelo-palestinese, che alla luce della linea dura voluta da molti ministri del nuovo Governo – quali Itamar Ben-Gvir – non farà altro che peggiorare, a causa di un incremento dell’odio, delle discriminazioni e delle violenze. Il quotidiano Haaretz, ha riportato come il 2022 sia stato per la Cisgiordania, l’anno più sanguinoso dal 2004. Nel 2022 infatti, i morti contati sono stati 144, oltre il doppio del 2021.
Secondo fonti militari del giornale, si tratta per lo più di miliziani armati, di attentatori o riottosi. Tuttavia, in questo numero, è presente un 15-20% di innocenti uccisi involontariamente durante gli scontri.

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