Attualità

Scontri Napoli, De Laurentiis: “Ora Meloni faccia come la Thatcher”

di Eleonora Ciaffoloni -


Violenza e follia. Non sono le prime parole che ci saltano alla mente se pensiamo a una partita di calcio. Eppure, è ciò a cui abbiamo assistito mercoledì a Napoli che, da ospitACante di una partita degli ottavi di Champions League è diventata – suo malgrado – teatro di una vera e propria guerriglia urbana. Protagonisti preannunciati e confermati, gli ultras (ospiti) dell’Eintracht Francoforte a cui, proprio per motivi di ordine pubblico e in virtù dei disordini registrati nella trasferta tedesca, era stata vietata la trasferta nel capoluogo campano. I divieti però non hanno fermato i 600 tifosi tedeschi che hanno raggiunto Napoli con obiettivi lontani dal supporto calcistico.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Nel pomeriggio di mercoledì gli ultras dell’Eintracht hanno raggiunto il centro di Napoli e hanno percorso le vie della città raggiungendo Piazza del Gesù, la più colpita dagli scontri. Qui, dopo un primo tentativo di avvicinamento tra tedeschi e tifosi napoletani evitato dalle forze di polizia in tenuta anti sommossa, sono iniziati i primi scontri conditi da lanci di oggetti, fumogeni e danneggiamenti: auto bruciate, vetrate distrutte, locali vandalizzati. Per tutto il pomeriggio e anche durante le ore della partita, le forze dell’ordine hanno evitato il contatto tra ultras tedeschi e napoletani, riuscendo a riportare i tedeschi negli alberghi situati in zona lungomare. Sul campo, allo stadio Maradona, il Napoli ha messo la firma sulla qualificazione ai quarti con un sonoro 3 a 0, ma nessuna festa c’è stata al triplice fischio. In città, lontano dal campo, sono ricominciati gli scontri con le forze di polizia, durati fino a tarda notte. Alle prime luci dell’alba, la conta dei danni per enti locali e territoriali (con 5 autobus danneggiati) ma anche per gli esercenti. Ieri mattina a Napoli grazie all’intervento dell’azienda per l’igiene urbana le strade sono riuscite a tornare al consueto decoro, ma i segni sono rimasti. Così, sulla questione è intervenuto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “Abbiamo avuto tra i 10 e i 20mila euro di danni agli autobus” e “faremo presente in tutte le sedi competenti che è necessario dare la possibilità di un ristoro dei danni che c’è stato anche per i commercianti”.
LA RIUNIONE IN PREFETTURA
Per fare il punto sugli scontri, si sono incontrati ieri mattina in prefettura a Napoli il prefetto Claudio Palomba, insieme al questore Alessandro Giuliano e il presidente del Napoli Calcio Aurelio De Laurentiis. Il giorno dopo gli scontri sono stati contati otto i tifosi arrestati (5 del Napoli e 3 dell’Eintracht), mentre 470 ultras tedeschi sono stati scortati in polizia per l’identificazione e altri 350 sono stati schedati in questura a Salerno. Lato forze dell’ordine, si contano sei agenti feriti. Proprio a loro Palomba, ha voluto dedicare le prime parole: “Hanno evitato qualsiasi tipo di impatto tra le due tifoserie. Credo sia prioritario riconoscere agli operatori delle forze di polizia una professionalità e un equilibrio che è stato mantenuto. Non dico che non ci siano stati incidenti ma riaffermo con forza che si è evitato, grazie alle forze dell’ordine, qualsiasi momento di contatto tra le due tifoserie”. Un ringraziamento che lascia però anche spazio a un messaggio chiaro anche se annunciato “senza polemica”. Il prefetto non è voluto “entrare nel merito” ma, ha sottolineato: “Immaginate se invece di 400 persone fossero state 2.700 come era previsto”. Messaggio più o meno indiretto rivolto alla politica e alle decisioni prese negli ultimi giorni, che è stato seguito da un vero e proprio appello del presidente del Napoli De Laurentiis, che si è rivolto direttamente alla premier: “La politica italiana di questo se n’è sempre lavata le mani. L’unica premier a fare qualcosa è stata inglese, una donna, e mi aspetto che la Meloni faccia lo stesso. Dico sempre prendete la legge inglese e applicatela in Italia”. Provvedimenti, ha spiegato, per regolamentare la frequentazione dello stadio che deve essere “un luogo sacro”.
IL CASO NAPOLI
Ciò che è accaduto a Napoli non è una novità, ma le polemiche intorno lo hanno fatto diventare un caso. Anche il ministro dello sport Andrea Abodi ha definito gli scontri “un fatto grave e annunciato” condividendo “la decisione del prefetto, assunta di concerto con il ministro Piantedosi”, ministro dell’Interno che invece è stato chiamato a gran voce dalle opposizioni a riferire su quanto accaduto nella città campana. A conclusione di una settimana di tensioni, ora il Napoli è atteso nella trasferta di Torino, la prima riaperta ai tifosi partenopei dopo gli scontri dello scorso gennaio in autostrada con la tifoseria della Roma. Tuttavia, secondo fonti del Viminale, la tifoseria è monitorata dalle forze di sicurezza in vista della partita di domenica alle 15, in attesa di eventuali decisioni.


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