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Scontro governo-sindacati Meloni difende la manovra Landini: andremo in piazza

di Giovanni Vasso -

GIORGIA MELONI, MAURIZIO LANDINI


Tutti restano sulle loro posizioni di partenza. Meloni difende le scelte della manovra, Landini conferma la mobilitazione insieme alla Uil mentre la Cisl rimane defilata e tenta di imbastire un dialogo con il governo. Ieri si è tenuto l’incontro tra i sindacati e la presidente del consiglio. Poteva essere un’occasione di chiarimento, un tentativo di smussare le reciproche posizioni per tentare un avvicinamento. È stata la conferma della distanza tra esecutivo e (ex) triplice che sconta la defezione della Cisl dal fronte della piazza.
Giorgia Meloni ha tenuto a spiegare ai sindacati che la manovra “non dà un segnale di lassismo” nei confronti dell’evasione fiscale e che, dunque, le decisioni su contanti e pos non possono essere interpretate in questo senso. Indicazioni, queste, che peraltro sono arrivate anche da interlocutori istituzionali come Bankitalia e Cnel, per esempio. Inoltre, la premier ha ribadito che “il voucher non diventerà uno strumento per sottopagare i lavoratori” e ha assicurato attenzione su questo tema da parte del governo. Sul cuneo fiscale, poi, Meloni ha detto di aver lanciato un segnale e che “queste sono state scelte d’emergenza” ma, ha spiegato, “siamo d’accordo che il tema del taglio del costo del lavoro sia una priorità”. Per la quale, la presidente si è detta “felicissima” di provare “a fare di più”.
Il governo, secondo Meloni, deve far fronte con le ristrettezze e la scarsità di risorse per cui, d’altronde, è stato necessario un impiego più che massivo per tentare di tamponare gli effetti del caro energia. “Se mettessimo in fila tutte le richieste non ci sarebbero le risorse per fare tutto”, ha detto promettendo: “Tenterò di fare qualcosa in più adesso, se non sarà possibile lavoreremo in consiglio dei ministri per farlo in tempi più brevi possibili”. Il tema delle risorse sottintende (almeno) altri due argomenti chiave del dibattito sulla manovra e cioè la scuola e, soprattutto, la sanità. Su questi, Meloni ha tentato di rassicurare le sigle sindacali affermando che, per quelle, ci sono le risorse del Pnrr da utilizzare.
Le parole della premier non sono servite a placare il conflitto con la Cgil. Il segretario generale Maurizio Landini ha confermato la mobilitazione del suo sindacato. Si scende in piazza contro una manovra sulla quale la Cgil conferma “un giudizio negativo”. Landini ha elencato alcune delle criticità della legge di bilancio. Tra queste ci sono il potere d’acquisto e “i salari che non aumentano”, da associare alla pressione fiscale e al fatto che “85 lavoratori su cento vivono con meno di 35mila euro l’anno”. Il segretario Cgil ha poi “posto il tema della precarietà” e ha affermato che “togliere i voucher non è sufficiente” ma “bisogna cambiare il mercato del lavoro” e occorre farlo cancellando “tante forme assurde e fare un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori”. Infine la Cgil ha posto l’attenzione sui temi di sanità pubblica, scuola e servizi (“bisogna aumentare le risorse”) e sul “bisogno di una vera riforma fiscale” e di “una lotta all’evasione”. Quindi ha confermato la contrarietà alla flat tax. Insomma, la Cgil ha confermato che dal 12 al 16 dicembre scenderà nelle piazze italiane per manifestare contro le scelte del governo.
Accanto alla Cgil ci sarà, sicuramente, l’Uil che ha confermato i suoi rilievi alla manovra. La Cisl, invece, non sarà della partita. Il segretario generale Luigi Sbarra ha parlato di “un confronto molto importante” e di “misure e provvedimenti che sentiamo di condividere”. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è l’Ugl che, con il segretario Paolo Capone, ha ribadito “la necessità di concentrare gli interventi sul rafforzamento del potere d’acquisto delle retribuzioni, sul contrasto al caro energia a tutela di famiglie e imprese, sulla riforma del sistema pensionistico e sulle misure volte a rilanciare l’occupazione”.
La chiosa al dibattito, che è durato due ore a Palazzo Chigi ma che si protrarrà per settimane fuori dalle stanze dei bottoni, è arrivata dal ministro alle Infrastrutture nonché leader della Lega Matteo Salvini. Secondo il quale “Landini boccia una manovra economica che aumenta le pensioni minime e gli stipendi fino a 20mila euro, cancella la legge Fornero e aumenta la flat tax per le partite Iva, che aumenta l’assegno unico per chi ha dei figli e aiuta chi è in difficoltà a pagare le bollette. Proprio come Bankitalia. Bene, allora vuol dire che abbiamo fatto un’ottima manovra”.
Insomma, nella giornata delle chiusure reciproche, da Salvini arriva la mandata definitiva.


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