Scontro tra Governo e Chiesa sull’8×1000
Si accende lo scontro tra la Chiesa cattolica e il Governo sulla gestione dell’8×1000, il meccanismo che consente ai cittadini di destinare una quota dell’Irpef allo Stato o alle confessioni religiose. A dare il via alla polemica è stato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha espresso pubblicamente la sua delusione “per la scelta del governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8×1000 di pertinenza dello Stato”, una forma ritenuta in contrasto con lo spirito dell’accordo pattizio su cui si fonda il meccanismo dell’8×1000. Intervenendo a un convegno nazionale organizzato per i quarant’anni della legge 222/1985, Zuppi ha quindi contestato un metodo ritenuto lesivo dell’equilibrio e della logica concordataria. Per il presidente della Cei, la modifica del Governo rompe un principio di parità tra lo Stato e le confessioni religiose firmatarie delle intese. In gioco, secondo la Chiesa, non sono privilegi, ma diritti e libertà: quella, ad esempio, di continuare a sostenere attività sociali e caritative, come la lotta alla povertà, l’educazione, il contrasto alle dipendenze. L’8×1000, ha ricordato Zuppi, rappresenta una risorsa essenziale per garantire questi interventi, che spesso vengono realizzati grazie al contributo del volontariato e con costi contenuti per lo Stato.
Fonti governative, tuttavia, respingono l’accusa di scorrettezza istituzionale e ricordano che la possibilità per i contribuenti di indicare la finalità del proprio 8×1000 destinato allo Stato era già stata introdotta nel 2019, sotto il governo Conte II, con la legge 157. In quella occasione furono individuate cinque aree di intervento. L’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni, nel 2023, si è limitato ad aggiungerne una sesta, è la precisazione: il sostegno alle comunità di recupero dalle dipendenze, un ambito che risponde a un’emergenza sociale reale e urgente.
Le motivazioni tecniche, però, non impediscono a Matteo Renzi di girare il coltello nella piaga. Il leader di Italia Viva attacca frontalmente il Governo, accusandolo di portare avanti una linea “arrogante e sorda al confronto”, con l’obiettivo di colpire la Chiesa per le sue posizioni critiche, in particolare sul tema dei migranti.
Al di là delle polemiche, resta il nodo del metodo: la Cei chiede che ogni cambiamento alle finalità dell’8×1000 avvenga in maniera condivisa, nel rispetto della natura pattizia dell’accordo Stato-Chiesa. E chiede di non essere messa nelle condizioni di dover rinunciare a interventi fondamentali per le comunità più fragili.
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