Esteri

Scozia, a sorpresa si dimette il premier Nicola Sturgeon l’indipendentista

di Martina Melli -


Colpo di scena inaspettato: Nicola Sturgeon, primo ministro del governo locale scozzese e leader indipendentista dello Scottish National Party, ha consegnato ieri le proprie dimissioni, spiegando che resterà in carica fino all’elezione di un successore. !Il tempo di lasciare è ora, anche se molti nel Paese e nel partito pensano sia troppo presto!, ha dichiarato la Sturgeon, in carica dal 2014, quando subentrò allo storico leader indipendentista Alex Salmond, subito dopo la sconfitta nel referendum sulla secessione della Scozia dal Regno Unito.

Secondo una fonte citata dalla Bbc, la premier sarebbe stanca delle responsabilità politiche che ricopre da tempo. Nella dichiarazione rilasciata alla stampa, ha ricordato con orgoglio di essere stata la prima donna a rivestire l’incarico, oltre che la più longeva leader della Scozia.

Con queste improvvise dimissioni, la politica britannica perde una delle sue figure principali: la Sturgeon è stata infatti una guida solida e capace durante la pandemia e forse la sostenitrice più esplicita dell’emancipazione scozzese.

Il suo nazionalismo è sempre stato rivolto a un pubblico globale, per una Scozia indipendente in costante relazione col resto del mondo: “Le persone che pensano a un partito nazionalista pensano a una chiusura provinciale verso l’interno, mentre il tipo di nazionalismo che rappresento è esattamente l’opposto”, dichiarò in un’intervista del 2015.

Secondo vari media Uk, questa rinuncia è la conseguenza di una serie di cause: ha dovuto affrontare crescenti tensioni sull’indipendenza con il governo di Londra (che rimane implacabilmente contrario a consentire un altro referendum), nonché la decisione di Westminster di bloccare una legge scozzese intesa a consentire alle persone trans in Scozia di cambiare il proprio genere legale senza una diagnosi medica.

Inoltre, da quando ha tentato di introdurre il controverso disegno di legge sul genere, ha perso il sostegno di gran parte del Paese, con alcuni sondaggi che suggerivano come la maggioranza degli scozzesi supportasse la decisione del Governo britannico di bloccare la proposta. Come se non bastasse, lo scorso anno suo marito è stato coinvolto in uno scandalo: pare che avesse personalmente prestato 100.000 sterline al partito della moglie.
Dunque, dopo aver dominato la politica scozzese per otto anni, brandendo la mazza dell’indipendenza, Nicola Sturgeon potrebbe aver deciso di dimettersi prima che la sua eredità venisse definitivamente offuscata dal fallimento.

Nonostante ciò, il suo annuncio ha lasciato perplesso tutto l’establishment politico scozzese. Solo il mese scorso, infatti aveva dichiarato in un’intervista alla Bbc di non avere nessuna intenzione di abbandonare.

Adesso, la partenza di Sturgeon innesca una gara di leadership tra contendenti che non possiedono né il suo carisma né il suo riconoscimento. Solo Kate Forbes, segretaria alle Finanze scozzese, potrebbe essere una plausibile candidata. Il Snp ha sempre messo Sturgeon al centro di tutte le sue campagne elettorali, e senza di lei non sarà lo stesso. Per questo motivo, la notizia delle dimissioni ha rallegrato non poco i laburisti scozzesi che vedono aumentare le proprie possibilità di elezioni generali.

Non appena la lettera di dimissioni viene inviata al re, il parlamento scozzese ha 28 giorni per eleggere un primo ministro sostitutivo o affrontare un’altra elezione. Quindi Sturgeon rimarrà in carica fino a quando il suo partito non sceglierà il suo successore. Il regolamento del Snp afferma che i candidati devono avere minimo 100 candidature da membri del partito provenienti da almeno 20 rami locali.

Il primo ministro britannico Rishi Sunak, in un tweet, ha ringraziato la Sturgeon “per il suo servizio di lunga data”. “Le auguro tutto il meglio per i suoi prossimi passi”.


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