Attualità

Se dopo il rave, tocca alla piazza

di Giovanni Vasso -


Twitter ribolle. Il Partito democratico accusa il governo di aver varato, in merito ai rave party, una norma “liberticida”. A lanciare la nuova crociata social dei dem è stato il segretario (uscente) Enrico Letta secondo cui il decreto approvato dall’esecutivo di centrodestra rischia di trasformarsi in una legge che potrebbe conculcare la libertà dei cittadini. “Il governo – ha scritto Letta – ritiri il primo comma dell’articolo 434 bis di riforma del codice penale”. Per il segretario dem di tratta di “un gravissimo errore” perché “i rave non c’entrano nulla con una norma simile” che finirebbe, secondo l’analisi del capo del Pd, per mettere in discussione “la libertà dei cittadini”.

Il dettato della norma contro cui si è scagliato Letta recita: “L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Gli organizzatori sono punibili con la detenzione da tre a sei anni di carcere.
Piero Fassino, sempre su Twitter, ha rivolto parole durissime al governo: “Avevano detto di essere pronti. E lo sono: condono ai No vax, rinvio riforma giustizia e ora una legge sui rave party che ci riporta alle norme liberticide del codice Rocco”. In coda il veleno: “Nulla su caro energia, inflazione, aumento dei prezzi: insomma, reazionari da subito”. La capogruppo dem al Senato, Simona Malpezzi, ha invitato il governo alla chiarezza: “La destra chiami le cose con il loro nome: quella approvata non è una norma anti rave party ma contro la libertà di incontrarsi e di manifestare: ti dicono loro se si può fare”.
Scende in campo anche Amnesty International Italia che, sempre sul social dell’Uccellino Blu, ha fatto sapere che “il decreto rave party, che introduce il nuovo articolo 434 bis del codice penale, rischia di avere un’applicazione ampia, discrezionale e arbitraria a scapito del diritto di protesta pacifica che va tutelato e non stroncato”. Proteste anche dal segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova secondo cui “nel primo consiglio dei ministri, il governo introduce il primo nuovo reato, la partecipazione ai rave party, con galera fino a sei anni. Una misura che però si estende praticamente a chiunque voglia manifestare”. Dunque, dopo aver criticato le misure sul reintegro dei medici no vax, Della Vedova conclude: “Con i primi provvedimenti Meloni non smette di fare propaganda e manda un messaggio autoritario”.

La lettura anti-piazza del decreto è condivisa, tra gli altri, anche da Marco Rizzo. Il segretario del Partito comunista, confluito nel rassemblement di Italia Sovrana e Popolare, ha invitato a leggere “approfonditamente” il provvedimento del governo: “Scoprirete che coi rave party (che certo non mi piacciono) c’entra molto poco. È tutto rivolto alla possibile repressione di moti di protesta che, vista la situazione economica e sociale, si manifesteranno molto presto”.
Una voce dissenziente sulla nuova legge anti-rave party arriva dall’artista Morgan che, se accetterà l’invito del neo sottosegretario al Mic Vittorio Sgarbi, potrebbe entrare nella squadra di governo, alla guida di dipartimento “musica” in seno al ministero della Cultura. “Il punto non è vietarli, arrestare i partecipanti e metterli in carcere”, ha spiegato il cantante all’AdnKronos. “Prima di vietarli vanno studiati bene i luoghi e i modi in cui si organizzano, cosa propongono, il livello della musica ascoltata; e offrire alternative migliori. Ad esempio, bisogna anche rendere più viva la nostra realtà quotidiana, che non si riduce soltanto al giorno ma comprende anche la notte, che non va spenta ma tenuta accesa. Smettiamola – ha concluso Castoldi – con gli orari imposti”.


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