Se Musk diventa la criptonite di SuperTrump
Sì, alla fine è giusto così: la criptonite di SuperTrump si chiama Musk, Elon Musk. Il presidente degli Stati Uniti è di nuovo ai ferri corti con l’uomo più ricco del mondo, suo ex braccio destro per tagliare gli sprechi di soldi pubblici. Ma il secondo round di questo duello tra pesi supermassimi globali si prospetta foriero di ben altri scontri. Musk infatti tempo fa aveva annunciato sul suo social X l’intenzione di voler fondare un nuovo partito. The America Party, il terzo incomodo rispetto ai due schieramenti tradizionali Usa, Gop e Dem. Il patron di Tesla è convinto di poter rappresentare la maggioranza moderata degli americani esclusa dai due grandi partiti. Immaginiamo però che in merito all’agenda woke, all’ideologia gender e altre amenità sponsorizzate dai dem, Musk resterà delle stesse idee di Trump e di chi lo vota. Però non è scontato che il nuovo partito otterrà percentuali rilevanti: non basta avere risorse pressoché illimitate per convincere gli elettori a votarti. Ma di certo Musk versione leader politico è figlio di The Donald. Che se lo merita, come avversario.
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